Le agenzie di viaggio lanciano l’SOS. “Siamo in ginocchio” Un settore in grave crisi. "Siamo in ginocchio, il Governo non ci sta certo aiutando: la stagione è perduta"

L’emergenza coronavirus sta mettendo in ginocchio il comparto delle Agenzie Viaggio e Tour Operator che espletano attività di intermediazione, organizzazione, prenotazione e assistenza turistica. Solo nella provincia di Verona si contano 250 unità, con un migliaio di lavoratori e una raccolta prenotazioni dal valore annuo di circa 270 milioni di euro. A causa della pandemia e del blocco della mobilità internazionale, si prospetta un 2020 di fatto già concluso, con perdite stimate tra l’80% e 90% che equivale ad una diminuzione di almeno 210 milioni di euro di raccolta prenotazioni su base annua.

Il grido d’allarme più volte lanciato da Confcommercio Verona per il settore del turismo viene rilanciato con forza da Fausto Baldin, presidente di Fiavet Confcommercio-Verona, la Federazione Italiana di Associazioni Imprese Viaggi e Turismo di cui è anche consigliere Regionale: “A molti non è chiaro – spiega – che il nostro lavoro non è la vendita materiale di un prodotto quanto la raccolta di prenotazioni per viaggi di vacanze o lavoro che si effettueranno in là nel tempo. Questa attività è basata su una programmazione di lungo/medio periodo; oggi non solo non abbiamo prospettive per il resto dell’anno, ma con le cancellazioni ricevute si è perso anche tutto il lavoro dei 5/6 mesi precedenti”.

Il rischio di un depauperamento del tessuto imprenditoriale di settore a favore dei colossi del web è tutt’altro che remoto: “Il 90% delle aziende radicate sul territorio sono composte da 3-4 persone con risorse proprie e limitate – sottolinea Baldin – perderle vorrebbe dire, quando si tornerà a viaggiare, non avere alternative a colossi online, multinazionali straniere, che in gran parte non pagano neanche le tasse in Italia. Agenzie Viaggio e Tour Operator sono aziende che hanno sviluppato nel tempo professionalità e specializzazioni che coinvolgono molti aspetti del turismo: oltre ai viaggi per vacanze Incoming e Outgoing, ci sono turismo scolastico, business travel, incentive, congressi, eventi, turismo sportivo, culturale, religioso e tanti altri, senza dimenticare che si alimenta l’indotto con aeroporti, assistenti, guide, animatori, bus, noleggi auto e così via per tutta la filiera”.

Per il presidente di Fiavet-Confcommercio Verona “la spinta del Governo per un turismo chiuso nei confini nazionali non salverà il settore, perché solo il 10% del turismo interno Italiano passa attraverso Agenzie di Viaggio e Tour Operator, mentre il bonus vacanza di 500 euro a famiglia è un credito d’imposta e non liquidità”. Calcolando che l’anno sarà economicamente in perdita, si chiede ancora Baldin, su cosa verranno scalati questi crediti? “Tra perdita di posti di lavoro, dipendenti che hanno già usufruito delle ferie, aziende che rimarranno aperte per recuperare il tempo perso, limitazioni e divieti vari vedremo quanti potranno pensare alle vacanze e andarci…”.
Il tutto mentre “le spese di gestione continuano a incidere anche con l’attività formalmente chiusa”: “Acqua, Luce, Gas, Affitti, Abbonamenti internet e Telefonici, Software gestionali, Contratti di noleggio per beni strumentali, consulenti… Moltissime aziende hanno inoltre investito, tra ottobre e febbraio, in fiere ed eventi promozionali, stampa di dépliant e cataloghi, spedizioni, viaggi e corsi di aggiornamento e altro ancora. Tutto lavoro andato in fumo insieme a migliaia di euro di liquidità”.

Le prospettive sono incerte e preoccupanti: “Per le agenzie di viaggio aprire non vuol dire avere clienti da servire: chi verrà a prenotare una vacanza o un viaggio? Per dove? Quali paesi avranno le frontiere aperte per gli Italiani? Quali Paesi consentiranno di venire in Italia? Senza prenotazioni la conseguenza sarà di non avere nulla da fatturare. Ma questo, il Governo lo capirà solo quando saranno depositati i bilanci 2020 delle aziende di settore… Senza calcolare che non tutti saranno in grado di pagare gli adempimenti “sospesi” che si accumulano. Logica avrebbe voluto la cancellazione degli adempimenti con la pubblica amministrazione almeno per tutto il tempo della chiusura e non la sospensione…”.