Per chi ha seguito i miei ultimi articoli, si sarà accorto come davvero la chiesa di San Giorgio in Braida a Verona e’ una sorta di pinacoteca dove trovano spazio opere di artisti straordinari veronesi e non solo. L’ ultima opera di cui vorrei parlare all’interno di questa chiesa è la Madonna col Bambino in gloria con le sante Caterina, Lucia, Cecilia, Barbara e Agnese dipinto di Moretto da Brescia. Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, o Moretto da Brescia (Brescia 1492-1495 circa- Brescia il 22 dicembre 1554) è stato un pittore italiano. Viene considerato uno dei tre grandi maestri del primo Rinascimento bresciano, assieme al Romanino e al Savoldo. Nacque da una famiglia di modesti artisti: il padre Pietro Bonvicino, figlio di un certo Bonvicino conosciuto come «Moretto», e lo zio paterno Alessandro erano entrambi pittori. La famiglia era originaria di Ardesio in provincia di Bergamo e si era spostata nei primi anni del XV secolo a Brescia dove probabilmente nacque Alessandro. Non vi sono documenti che confermino la località di nascita dell’artista, che viene indicativamente considerata Brescia. Se scarse sono le informazioni circa la sua nascita, vi sono molti documenti che riguardano la sua attività artistica. La sua formazione si svolse a Brescia, inizialmente presso la bottega di famiglia, il padre morì intorno al 1514, e successivamente sull’esempio dell’anziano Vincenzo Foppa ma aprendosi ai nuovi influssi veneti, rappresentati dal Lotto e da Tiziano. Dai primi anni ’40 l’artista è uno dei primi ed efficaci interpreti delle istanze controriformistiche, tema ricorrente delle sue pale diventa il sacrificio eucaristico. Il dipinto di cui scrivo oggi è un olio su tela (288×193 cm) del Moretto datato 1540 e conservato nella chiesa di san Giorgio nell’altare sotto l’organo. L’opera testimonia le tipologie e le modalità di trattazione del Moretto del personaggio femminile, incentrato su forme delicate e morbide in contrasto con la donna netta e slanciata proposta dal manierismo incalzante. La pala verra’ dipinta su commissione dei Canonici del monasteri di san Giorgio Maggiore e si trova ancora nel luogo dell’originaria collocazione. Il dipinto è diviso in due metà: nella zona superiore è presente, sulle nubi, la Madonna con in grembo il Bambino Gesù, con un largo manto aperto ai lati e sorretto da angioletti. Nella metà inferiore, invece, sono disposti il gruppo delle sante ognuno caratterizzato dagli attributi iconografici tradizionali, in conversazione tra loro o in contemplazione della Madonna. Sullo sfondo un cielo rigato da nubi, mentre brani di architetture in rovina si scorgono a fianco del gruppo di sante, ai margini della tela. Sulla ruota dentata di santa Caterina, nell’angolo in basso a sinistra, è dipinto un cartello con la data e la firma dell’autore: «ALEXANDER MORETTVS/BRIX:F. / M.D. L’opera del Moretto copre circa quarant’anni di storia, dal 1515-1554 e la maggior parte dei dipinti prodotti raffigura temi e personaggi religiosi. In numero inferiore, ma comunque vari, sono invece i ritratti. Presso la sua bottega si formò il pittore Giovan Battista Moroni che portò a termine i lavori che l’artista non aveva terminato.