Le “saghe’’ della letteratura norrena Le composizioni in prosa narrano le storie del passato e i miti fondativi del Nord

La cultura letteraria norrena si basa sulla tradizione della poesia scaldica, il cui nome deriva dallo skáld, un poeta itinerante che viveva presso le corti dei re vichinghi in diversi territori che spaziavano dall’Irlanda e Groenlandia fino alla Russia. Soprattutto in Inghilterra e Norvegia, gli scaldi vivevano a stretto contatto con i personaggi di potere a cui destinavano i loro canti, facendo confluire nella poesia leggende, miti ma anche vicende di lotte politiche e guerre del loro tempo. Trattati retorici sull’arte poetica si alternano alle cosiddette “saghe”, composizioni in prosa che narrano le storie del passato e i miti fondativi. I protagonisti diventano il motore che alimenta la trama, fatta di continue azioni e reazioni che danno origini a grandi imprese, realizzate spesso in grandi faide fra famiglie per il controllo del clan o per episodi di vendetta privata. Grande importanza acquista la metafora (kenning), usata dai poeti per creare indovinelli oppure omettere un elemento della lingua comune. Si creano così immagini molto ricche ed evocative, che elevano la tensione poetica: in questo modo il fuoco diventa “lupo degli alberi”, la battaglia “canzone di lance”, il cielo “cammino della luna” e così via. Non mancano anche epiteti usati per designare eroi e divinità senza nominarne il nome: tra i più famosi sicuramente l’“Assassino della stirpe dei giganti”, ovvero il dio Thórr. Questi stilemi retorici tendono spesso a una ricostruzione che allude alla mitologia precristiana e pagana, con elementi tratti anche dalla tradizione latina.
Una delle raccolte più celebri è la cosiddetta Edda poetica, che contiene 29 carmi eroici e mitologici allitteranti (basati quindi sulla ripetizione fonica di alcune lettere che diventa un pattern stilistico); si tratta di canti di tradizione orale, che hanno origine ed epoca diverse, a partire probabilmente dai più antichi del X secolo. La raccolta si apre con la Profezia della veggente, un componimento che tratta la creazione pagana dell’universo, del quale si narrano i diversi miti come la guerra e la pacificazione degli dèi Asi e Vani, il successivo periodo di fulgore delle divinità e l’assassinio di Báldr ordito da Loki. Si conclude poi con la descrizione della fine del mondo tra le fiamme, finché i Ragnarök (“destini delle potenze”), una serie di eventi catastrofici ed escatologici, trascinano con sé il mondo distruggendolo nella battaglia finale che si accompagna ai cataclismi naturali, creando però i presupposti per la rinascita e una nuova età felice.

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