Lettere al direttore. Arena, una stagione a dura prova. Non c’è solo il nodo extralirica

Comprendiamo la preoccupazione di una parte della città rispetto ai rapporti Comune-Fondazione Arena, ma quanto sta accadendo è frutto dell’opacità di un agire che porta un nome e cognome ben precisi. Per cui gli appelli dovrebbero essere rivolti a chi è venuto meno a una correttezza di comportamenti istituzionali.Quel che preoccupa In Comune per Verona. Sinistra Civica Ecologista è il prendere atto che sta avvenendo quanto era stato previsto dalle sigle sindacali, ancora mesi prima dell’inizio della stagione areniana. Siamo solo a luglio e già si iniziano infatti a sentire gli stridenti scricchiolii di una programmazione cartellonistica che non consente prove sufficienti, richiede montaggi e smontaggi scenografici a tempi record che vanno a ridosso (se non superano) l’orario di ingresso previsto al pubblico. La criticità di quella che le Rsu dichiaravano essere “una programmazione quantomeno imprudente”, che non prendeva in considerazione la qualità delle rappresentazioni, schiacciata sulla quantità dell’offerta delle stesse, era già emersa il 9 giugno quando le prime parti dell’Orchestra scrivevano una lettera alla Direzione artistica, a salvaguardia delle proprie professionalità in vista del debutto del Barbiere di Siviglia. Lettera, questa, che si appaiava in completa assonanza al comunicato in cui le Rsu denunciavano la scarsa considerazione delle “esigenze musicali per la messa in scena di alcuni spettacoli”, data una sola “giornata di assiemi con l’orchestra e neanche una generale o ante-generale, per il Barbiere di Siviglia e Carmen”. E per Carmen un solo giorno e mezzo di prove d’assieme con il Maestro Oren, è assolutamente insufficiente per una buona riuscita dello spettacolo. Una programmazione dunque il cui last minute delle prove e delle movimentazioni non garantisce la qualità delle opere in scena e rischia di mettere in discussione la sicurezza di chi opera nel cantiere Arena prima dell’inizio delle ben otto opere calendarizzate. Ultimo problema quello avvenuto alla prima del Rigoletto, quando lo spettacolo è stato sospeso per qualche minuto, nel primo e terzo atto, perché vi è stato un blocco al cambio di scena. Fino a dove si vuole sfidare il limite? Per il Centenario si è voluto strafare nella quantità delle opere e nella maggiore alternanza dei titoli, mettendo in discussione sicurezza e soprattutto qualità artistica.

Jessica Cugini
Michele Bertucco

Chissà perché dopo aver letto e riletto questa lettera, non riesco a essere sorpreso.