Lettere al direttore. Il Covid c’è, il ministro no

Gentile direttore, sono un anziano residente in città che sta facendo sempre più fatica ad accedere alle cure del nostro sistema sanitario nazionale. Ho chiesto di prenotare una visita specialistica ma la lista d’attesa nel pubblico è di molti mesi e lo stesso ospedale pubblico mi ha consigliato di rivolgermi a laboratori privati. Il pubblico sta facendo gli interessi dei privati? Non parliamo poi delle vaccinazioni: sono riuscito grazie al medico di famiglia a fare quella contro l’influenza. Per quella contro il Covid non si sa a chi rivolgersi. Dobbiamo ancora mettere le mascherine? Nei nogizi si entra ancora uno per volta? Non sappiamo più nulla. Ma è possibile sentirsi abbandonati dalla sanità dopo gli anni della pandemia?
Carlo Mariotto
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Caro lettore lei tocca uno dei tasti più critici e dolenti di questi mesi: il declino della sanità pubblica proprio in un periodo, quello invernale, che vede la popolazione più esposta ai rischi di contagio, vuoi per l’influenza, vuoi per il ritorno del Covid. Per quest’ultimo, il numero dei contagi è in forte rialzo, i ricoveri ospedalieri pure, ma al Governo sembra non interessare. Il cittadino, che ben ricorda le campagne vaccinali durante la pandemia, che è abituato ormai a capire se è necessario indossare la mascherina o meno, che sta attento nei luoghi più affollati, ha la concreta sensazione di essere stato lasciato solo. Vuoi vaccinarti?Ti devi arrangiare. Puoi prenotare sul sito dell’Ulss 9 se sei abbastanza sveglio con il computer, ma i centri vaccinali sono solo quattro, di cui uno soltanto in città, al Palazzo della Sanità. I tempi lunghissimi, ovviamente. Oppure ti rivolgi a qualche clinica (privata) o alle farmacie che hanno dato la disponibilità per la vaccinazione Covid. Ma si deve aspettare anche un mese, prime disponibilità a gennaio. Segnale che la popolazione vuole tornare a vaccinarsi. Ma di open day, giornate straordinarie per le vaccinazioni, non se ne parla. Di campagne vaccinali nemmeno l’ombra.
Una situazione di abbandono, di “si-salvi-chi-può” che viene lasciata alla coscienza di ciascun cittadino perché per esempio se si è positivi si può anche uscire e continuare ad andare al bar a contagiare gli altri. Non c’è più l’obbligo di isolamento.
Gli over 75 vaccinati contro il Covid sono pochissimi, così pure i più fragili. Le misure di contenimento non ci sono più e i vaccinati sono si e no il 5%.
Una situazione che la dice lunga sull’attenzione che il nostro Governo sta mettendo sulla sanità dove ogni giorno c’è la fuga dei medici dagli ospedali per turni massacranti e stipendi ridotti, una sanità senza risorse, senza organici (mancano 15 mila medici, 30 mila infermieri), ci sono interi paesi rimasti senza medico di famiglia, con anziani che devono fare chilometri per una ricetta o una visita. Tra poco è Natale, è previsto il picco per influenza e Covid. Loro sono sempre presenti. Unico assente, il ministro della Salute. Chi? Schillaci Orazio. Non pervenuto.