Lettere al direttore. Verona, dall’utilizzo delle ex caserme la risposta a molti problemi attuali

Tra non molto dovrebbero iniziare i lavori per il nuovo Piano di Assetto Territoriale. Non so quale sarà il metodo che Palazzo Barbieri intenderà utilizzare, se quello di una vera partecipazione alle scelte del territorio o una finta partecipazione in cui la pubblica amministrazione comunicherà agli esponenti della società civile le scelte fatte. A prescindere da ciò, lancio un accorato appello affinché siano rispettati due principi basilari per la gestione del territorio: nessun consumo di suolo e recupero degli edifici dismessi e/o inutilizzati.
Vorrei porre l’attenzione su alcune realtà che, se pianificate e utilizzate in un certo modo, potrebbero essere strategiche per un futuro assetto armonico della città affrontando i problemi delle abitazioni; del Centro storico; del consumo del suolo.
A Verona è esploso il problema della casa, nonostante la presenza di oltre 10.000 appartamenti sfitti. Una risposta potrebbe essere fornita dal riutilizzo delle caserme dismesse.
Le caserme. La Quarta Ore a San Zeno si presterebbe egregiamente per essere trasformata in residenziale, con una quota parte di appartamenti ad affitto convenzionato e con negozi di vicinato, alloggi per anziani autosufficienti, spazi comuni, teatro-auditorium, palestra ed altri servizi per i residenti del rione.
Lo stesso si potrebbe fare alla Busignani, in piazza Pozza a San Zeno, mentre al palazzo Pianell agli Scalzi, si potrebbero realizzare alloggi di edilizia convenzionata. Alla caserma dismessa Trainotti, in via XX Settembre, considerata la vicinanza con il polo universitario, si potrebbe creare una foresteria e alloggi per studenti. Non certamente alla caserma Principe Eugenio in via Santa Toscana, da tempo sede di associazioni, quali la Fevoss, il Cai ed altre, che dovrebbero essere sfrattare, come si sta sussurrando. Il Campone, da troppi anni lasciato in un colpevole abbandono, potrebbe ospitare la Corte d’appello e, data la vicinanza con il Tribunale, realizzare così una Cittadella della giustizia.
Il Centro Storico. Per quanto riguarda il Centro Storico, il problema maggiore è il graduale abbandono dei residenti. In 80 anni, la popolazione è passata da 150.000 abitanti agli 8.000 attuali; si sono persi 142.000 abitanti.
Ma, anziché cercare di invertire il processo di abbandono dei residenti, si pianificano altre destinazioni commerciali, direzionali, congressuali, ricettive e culturali, ma non abitative. Negli ultimi decenni, il solo piano per il centro storico è il cosiddetto Piano Folin, su incarico della Fondazione Cariverona e riguarda l’utilizzo dei suoi immobili.
In deroga alle norme urbanistiche e utilizzando lo strumento legislativo “Sblocca Italia”, la Fondazione vorrebbe trasformare le ex sedi di Unicredit in via Garibaldi 1 e 2 e nel palazzo Franco-Cattarinetti in via Rosa, in un centro polifunzionale, con un grande hotel a cinque stelle di 140 camere, una spa e un centro enogastronomico. Da notare che i parcheggi, per ottenere la concessione per l’hotel, sono stati trovati nell’area degli ex Magazzini Generali, in ZAI. Noi faremo di tutto per evitarlo e per proporre interventi che incentivino il ritorno dei residenti in centro, la riapertura di negozi di vicinato e dei piccoli laboratori di artigiani, bloccando in tal modo l’effetto Gardaland.
Giorgio Massignan
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Verona va difesa con nuovi interventi, ma devono essere sostenibili economicamente. O restano sogni.