Liston ko dopo 1’. Sul trionfo di Alì c’entra la mafia?

Il pugno che proiettò definitivamente Cassisu Clay, già diventato Mohammed Alì, nella storia. Un “pugno fantasma”, per un match, la rivincita con Sonny Liston, ancora oggi circondato da mistero.
Rifiutato dalle principali sedi pugilistiche americane e da Las Vegas, il match di rivincita con Liston si disputò nel 1965 a Lewiston nel Maine. Il 25 maggio Ali, detentore della corona dei massimi, e Liston si incontrarono di nuovo. Alla prima ripresa dopo appena un minuto il campione del mondo colpì l’avversario con un colpo d’incontro apparentemente innocuo, passato alla storia come il cosiddetto pugno fantasma.

Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito; Ali sembrò consapevole di non aver colpito così duramente lo sfidante e lo invitò con veemenza ad alzarsi per continuare il combattimento. Incerto sull’effettivo KO di Sonny Liston, il campione sembrava voler enfatizzare la propria estraneità alla commedia. Impegnato a frenare le proteste di Muhammad Ali, che invece di andare al suo angolo e attendere il conteggio insultava l’avversario al tappeto, l’inesperto arbitro Jersey Joe Walcott (un ex campione del mondo della categoria) dimenticò di effettuare il conteggio.
Walcott fece riprendere il match ben 17 secondi dopo l’atterramento; ma accortosi in un secondo momento dell’errore su segnalazione di uno dei giornalisti a bordo ring, Nat Fleischer, editore della rivista The Ring, e dei cronometristi, lo sospese dichiarando Alì vincitore per KO. Il pubblico, certo di una combine, iniziò a protestare.

Secondo gli esperti che hanno visionato al rallentatore la ripresa, il colpo di Ali, assestato da brevissima distanza e quasi invisibile, sembra aver colpito la tempia dell’avversario, che in quel momento stava portando un attacco con il suo caratteristico stile ed era fortemente sbilanciato in avanti. L’immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone della nostra epoca.

La mafia riuscì a guadagnare enormi somme di denaro scommettendo sull’allora sfavorito Muhammad Ali, inoltre l’ascesa del giovane campione sembrava poter aumentare la popolarità della boxe, più di quanto potesse farlo un successo di Liston.
Ciò nonostante, a giochi ormai fatti, mentre Ali viene osannato e festeggiato, nessuno si interessa di Liston che gira sconsolato sul ring ed all’incontro con un suo assistente, lo si nota chiaramente vacillare ed ondeggiare come se non si fosse ancora pienamente ripreso dal pugno subito. A distanza di 55 anni, il dubbio rimane: fu davvero un colpo fatale? O fu la mafia a deciderlo?