Mostra su Livatino, il giudice martire. Dal 9 al 21 marzo alla Gran Guardia Sarà l’occasione per ricordare la figura del magistrato assassinato a 37 anni dalla mafia

Si svolgerà dal 9 al 21 marzo la mostra multimediale in Gran Guardia dedicata a Rosario Livatino, il magistrato siciliano ucciso dalla mafia a soli 37 anni. La mostra a Verona è promossa dalla libera associazione forense, dall’Ordine degli Avvocati di Verona, dal Comune, dal Tribunale, dalla Diocesi, dall’Associazione culturale “Rivela’’ e dal centro di cultura europea Sant’Adalberto. È previsto inoltre un convegno venerdì 3 marzo alle ore 17.30 all’Auditorium della Gran Guardia dal titolo “Sub Tutela Dei’’. Alla conferenza stampa di presentazione delle iniziative tenutasi oggi in Sala Arazzi erano presenti la vicesindaca Barbara Bissoli, il curatore della mostra e rappresentante della ‘Libera Associazione Forense’ Guido Facciolo, presidente associazione culturale ‘Rivela’ Ermanno Benetti, presidente Ordine degli Avvocati di Verona Mauro Regis, giudice del Tribunale di Verona Massimo Vaccari e Monsignor Cristiano Falchetto Pro Vicario Generale ed Economo della Diocesi di Verona. L’incontro è iniziato con l’intervento della vicensindaca che, ricordando la figura di Livatino, ha sottolineato la forza esemplare del giudice: “Impegno, umiltà, scrupolo, rispetto dell’altro. Sono questi i valori che Rosario ha incarnato durante il corso della sua vita, assieme ad un forte senso etico e civile. Le due iniziative promosse dall’Amministrazione, assieme a Tribunale, Associazioni e Diocesi sono nate per evidenziare la sua vita luminosa. Un’esistenza di straordinaria normalità, a cui tutti siamo chiamati’’, ha concluso. La parola è passata poi al curatore della mostra e rappresentante della “libera Associazione Forense’’ Guido Facciolo che ha esordito con una frase dello stesso Rosario: “Giudicare è pregare, concetto che sfocia nella realizzazione di sé stessi. Il giudizio infatti-ha affermato- è un criterio che riguarda tutti noi, non solo gli uomini di legge. E’ alla base delle nostre scelte quotidiane e per possederlo è necessario avere un’inclinazione verso il bene comune. La sua figura racchiude una personalità geniale, innovativa e affascinante in questo senso. Livatino riteneva infatti che, nella manifestazione indiretta del rapporto con Dio, è necessario manifestare amore verso il prossimo, anche se questo risulta essere la persona giudicata. Rosario-ha concluso- è stato in grado ancora oggi di riunire realtà civile, giudiziaria e religiosa in queste due iniziative’’. Il presidente dell’Associaizone culturale “Rivela’’ Ermanno Benedetti ha poi illustrato la mostra che verrà organizzata in Gran Guardia nella sala polifunzionale che sarà suddivisa in quattro sezioni più una dedicata a contenuti multimediali con video di supporto. Il giudice del Tribunale di Verona Massimo Vaccari ha ricordato nelle sue parole la figura del beato e martire racchiudendo il suo operato in 3 principi: “Grande sensibilità nel lavoro, umiltà nel senso del dovere e della possibilità di commettere errori e infine rigore nell’applicazione della legge. Rosario Livatino era una persona schiva, ma nonostante ciò è diventata un esempio da seguire per tutti noi’’. Infine il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Verona Mauro Regis ha descritto la vita del beato come un’incarnazione perfetta di due realtà apparentemente slegate tra loro: la legge umana e la fede cattolica.

Francesca Brunelli