Nel 1300 era il casello Nord di Verona In quel tempo chi arrivava in città doveva pagare il dazio prima di oltrepassarla

Era il casello Nord di Verona nel Milletrecento, quando l’allora autostrada era il fiume Adige. Chi arrivava in città doveva pagare il dazio e solo allora poteva oltrepassare la catena che dalla Torretta al centro del fiume veniva tesa tra l’argine destro e quello sinistro.
Torre della Catena, a pochi metri da ponte Risorgimento, prende il nome da qui, dalla funzione per la quale è stata costruita nel XIV secolo come parte del sistema difensivo.
E’ forse l’unico edificio storico rimasto intatto e integro durante i secoli, l’unico che ha resistito alle distruzioni e ai bombardamenti delle guerre mondiali. Uno stato di conservazione che ha quasi dell’incredibile, se si pensa che ad ogni piena dell’Adige viene parzialmente sommerso.
Lo stato di salute di Torre della Catena è oggetto di analisi e verifiche da parte degli uffici dell’Edilizia monumentale. Dal dicembre 2019, infatti, a seguito dell’accordo di valorizzazione stipulato con l’Agenzia del Demanio, il manufatto è diventato a tutti gli effetti di proprietà del Comune, che può disporne liberamente l’utilizzo. Un’opportunità che l’Amministrazione è intenzionata a cogliere e valorizzare, rendendo Torre della Catena fruibile e facendola conoscere a cittadini e turisti. Ciò anche in virtù del masterplan per la valorizzazione del sistema difensivo cittadino che sarà redatto nei prossimi mesi e che sarà inserito nella Variante 29, di cui mura, forti e bastioni rappresentano un tassello qualificante.
Si procede per step. Oggi è stato verificato lo stato di salute dell’edificio, con il sopralluogo organizzato sul posto con i gommoni del Canoa Club, che si è reso disponibile a traghettare il gruppo di lavoro. Sul mezzo acquatico sono saliti gli assessori all’Edilizia Monumentale Luca Zanotto e alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala, insieme ad alcuni tecnici degli uffici muniti degli strumenti per effettuare i rilievi necessari.
Ma già da un primo esame ad occhio nudo è emerso che Torre della Catena gode di buona salute, a livello strutturale come di conservazione. Le reti apposte una decina di anni fa dal Genio Civile lo hanno riparato dal degrado, salvaguardandone anche la stanza interna. Le uniche criticità sono rappresentate dai grossi rami che si sono depositati sul fiume e che potrebbero danneggiare le fondamenta, e la mancanza di un attracco sicuro e agevole, che andrà certamente studiato e concordato con la Soprintendenza in base alle progettualità che verranno studiate per riqualificare la struttura.
Soddisfatti di ciò che hanno visto durante il sopralluogo gli assessori Zanotto e Segala.

La torre della Catena è un edificio militare costruito nel corso del XIV secolo sul letto dell’Adige come parte del sistema difensivo scaligero della città di Verona. La torre, ora in disuso, si trova tra il ponte Catena e il ponte Risorgimento. Tra il 1321 e il 1325 il principe veronese Cangrande della Scala commissionò al maestro Calzaro l’edificazione della cinta muraria di destra Adige, che si attestava sul fiume in prossimità di una più antica cortina che proteggeva il borgo di San Zeno, lungo la quale si apriva tra l’altro, in prossimità del fiume, l’antica porta Fura. Pochi metri all’esterno della porta, la cortina turrita scaligera si protende ad angolo per formare lo sperone sporgente sulla riva fluviale, che sosteneva un capo della catena di sbarramento a monte della città. Una torre costruita nel mezzo del fiume, sosteneva gli altri capi della catena. Questa, che serviva per il controllo militare e doganale, garantiva lo sbarramento alle imbarcazioni che navigavano sull’Adige provenienti da nord: poteva essere alzata a filo d’acqua, quando di notte non si voleva che le merci entrassero in città. Il sistema di catene era ancora in funzione durante l’amministrazione della Repubblica i Venezia, per impedire il contrabbando o per evitare atti militari ostili. L’assetto definitivo venne raggiunto nel 1840.