Ematologia, aiuto in casa un servizio che funziona Garantite oltre 800 prestazioniai pazienti fragili

Si è appena chiuso un altro anno di lavoro per gli operatori dell’Assistenza domiciliare ematologica di Verona. Nonostante l’emergenza pandemica in atto il servizio, gestito dalla Sezione/Unità operativa complessa di Ematologia diretta da Mauro Krampera, docente di Ematologia dell’università di Verona, ha garantito, da gennaio 2020 a oggi 863 prestazioni domiciliari suddivise in 82 visite mediche, 31 visite infermieristiche, 53 medicazioni, 263 prelievi per trasfusione, 205 trasfusioni, 183 prelievi per esami di controllo e 80 somministrazioni di chemioterapia sottocutanea.
I dati fotografano l’eccellenza di un servizio essenziale per il territorio e di riferimento a livello regionale e nazionale, che dal 2015 a oggi ha risposto alle esigenze dei pazienti ematologici, nella gran parte dei casi anziani o non autosufficienti, con 387 visite mediche, 854 terapie somministrate, 1349 prelievi ematici, 1477 trasfusioni, 141 infusioni di sostanze a scopo profilattico, 58 visite infermieristiche (dal 2018 a oggi) e 116 medicazioni nel 2019 e 2020, per un totale di 4382 prestazioni effettuate a domicilio.
Il servizio è nato nel 1999 per iniziativa della Sezione/Uoc di Ematologia, diretta dal 2017 dal professor Krampera, grazie al sostegno della Sezione di Verona di Ail, Associazione italiana contro Leucemie linfomi e Mieloma onlus, e frutto di una convenzione stipulata con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Il servizio può contare su un team di cui fanno parte un medico Specialista Ematologo responsabile del servizio e preposto a coordinare le attività di 6 medici volontari, 3 infermieri professionali, di cui due volontari e uno assunto da Ail, e 2 psicologhe e psicoterapeute, il tutto supportato da una segreteria organizzativa.
Riteniamo questo risultato estremamente importante – spiega Krampera – perché molto spesso le visite ambulatoriali in ospedale del paziente oncoematologico fragile, anziano o non autosufficiente, oltre a comportare disagi organizzativi, gravano sullo stato emotivo e psicologico del paziente e sono spesso vissute con ansia.