Occhio alla scuola! Si rischia una nuova chiusura Il governatore Luca Zaia lancia il monito: “Molte delle regioni che oggi sono in difficoltà hanno aperto gli istituti quasi un mese prima di noi. Guardiamo i dati epidemiologici: credo che la correlazione con l’istruzione in presenza ci sia fino in fondo. Non lo dico io, ma la letteratura scientifica". Il governo pronto a intervenire

“L’Italia si sta colorando di arancione e anche in Veneto, che pur resta giallo, l’Rt è in crescita. Tutto ciò alla luce del fatto che le relazioni sociali e le temperature miti di questi giorni portano a maggiori assembramenti, e non ultimo. Il fattore più importante però è che le scuole sono tornate in presenza”. Lo ha detto oggi il governatore Luca Zaia nel corso della consueta conferenza stampa. “Molte delle regioni che oggi sono in difficoltà – ha aggiunto – hanno aperto le scuole quasi un mese prima di noi. Guardiamo i dati epidemiologici: cre­do che la correlazione con le scuole ci sia fino in fondo. Non lo dico io, ma la letteratura scientifica”. Per Zaia “la chiusura di una scuola è una sconfitta”. “La scuola”, ha tenuto a sottolineare, “va vissuta in presenza, ma non deve passare l’idea che chi la chiude ha ‘l’anello al naso’ e chi la vuole tenere aperta è il mondo intellettuale. Non è così. Non abbiamo una posizione precostituita – ha osservato – ma abbiamo l’obbligo della verità, di mettere in sicurezza i ragazzi e le loro famiglie. Dobbiamo decidere se dobbiamo fare prevenzione o consolidare la situazione”. Una linea che Zaia definisce “prudenziale” e per questo “l’approccio con la scuola deve essere obiettivo, scien­ti­ficamente sostenibile, scevro da condizionamenti ideologici. Ritengo quindi doveroso che la comunità scientifica valuti con serietà questo aspetto. “Ci è stato detto che sta arrivando una terza ondata paurosa e quindi di prepararsi – ha proseguito – Si deve fare un Dpcm rispetto a questo e per me p naturale chiedere: ‘ma rispetto alla scuola?’”. Dell’andamento epidemiologico ha parlato anche Luciano Flor, il direttore generale della sanità del Veneto. “Sul fronte della rianimazione siamo a 25 , oggi abbiamo 99 positivi in rianimazione, siamo in crescita di poco, cresciuti di dieci malati nel differenziale entrati e usciti, continuiamo a dimettere ma sono più quelli che entrano in rianimazione. Nei reparti non intensivi siamo in leggera crescita. Il numero complessivo dei positivi lentamente cresce, positivi a tampone lentamente cresce, coi numeri che abbiamo oggi è impensabile chiudere. Ma i segnali che abbiamo sono di ripresa della malattia, l’Rt sta crescendo. Siamo lontanissimi dai numeri che chiederebbero la chiusura delle scuole ma non possiamo pensare di arrivare a quei numeri per muoverci, ma dobbiamo avere una revisione di quei parametri”.

“Dobbiamo ragionare seriamente su cosa fare – ha aggiunto Flor – stiamo monitorando andamento malattia, se si stabilizza sui numeri di oggi, continuiamo con le operazioni di prevenzione a tutti i livelli da capacità di testare e fare tracing. Abbiamo gli stessi numeri di fine ottobre, non urliamo al lupo al lupo, ma siamo preoccupati”. Uno sguardo al bollettino. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 603 po­sitivi, con un’incidenza del 5,70%, in netta risalita. 1334 ricoverati totali, 1195 in area non critica (-7), 139 in terapia intensiva (-2). I decessi da inizio pandemia sono stati 9.852, +5 nelle ultime 24 ore. Zaia è tornato ad affrontare il tema vaccini. Passaporto vaccinale? “Il mondo va nella direzione che se non ti sarai vaccinato ti sa­ranno precluse alcune attività e spostamenti, vogliamo capirlo? E possiamo anche essere contrari ma o ci adeguiamo o restiamo tagliati fuori. Che resti agli atti che se non ci organizziamo arriveremo da buoni ultimi un’altra volta. Avete visto le isole tutte vaccinate? Noi stiamo qua a discutere del passaporto vaccinale, a­vre­mo la mappa del mondo con su scritto Covid-free, vedrete come funziona il turismo così. E ancora il dottor Flor, dopo che il collega Andrea Crisanti è tornato a sottolineare la pericolosità delle varianti del Covid. Crisanti ha anche puntato il dito contro i test rapidi. “In attesa della pubblicazione dei dati scientifici noi facciamo il massimo dei tamponi molecolari”, ha risposto il dg della sanità veneta, “quello che facciamo con i rapidi è un di più. Se troviamo più malati è perché facciamo un numero maggiore di tamponi. Aspettando le delucidazioni scientifiche su queste tesi noi continuiamo a fare tamponi molecolari e rapidi come abbiamo sempre fatto. “Il professor Baldo”, ha evidenziato Zaia, “ha testato centinaia di persone con l’antigenico e poi confermate con il molecolare, trovando linearità e utilizzando un test antigenico di terza generazione”.