Per le “schegge” su due ruote c’è il via libera. Sarà giungla? Ok nelle “zone 30”, in Ztl, su ciclabili e alcuni marciapiedi

Premessa, a scanso di equivoci: siamo e saremo sempre fa­vorevoli alla cosiddetta “mobilità sostenibile”. Detta più semplicemente, ci sta a cuore la salvaguardia dell’ambiente. E dunque, nei limiti del possibile, sosteniamo l’utilizzo dell’auto elettrica, della bicicletta con la pedalata assistita e anche di quella tradizionale. Vediamo di buon occhio anche l’utilizzo dei monopattini, dei segway e di tutte queste diavolerie moderne – in realtà inventate più di cent’anni fa – in voga da tempo in altri Paesi, su tutti Stati Uniti, Francia e Inghilterra (pur con notevoli problemi di sicurezza, come vedremo), a patto che chi li utilizza si attenga scrupolosamente al codice della strada, e che chi è chiamato a farlo rispettare, ossia le forze dell’ordine, usi la stessa severità ri­servata ad automobilisti e sco­oteristi. Diciamo questo perché dalla prossima settimana, anche a Verona, monopattini e segway (marchingegno composto da due ruote poste in orizzontale, una stretta pedana e un manubrio alto circa un me­tro) potranno scorrazzare liberamente, o quasi. La circolazione, stando alla decisione della giunta comunale, sarà proibita sulle strade di scorrimento e sui marciapiedi esclusivamente pedonali. Sarà invece consentita nelle zone con limite di 30 chilometri orari (una delle più note è quella di Porto San Pancrazio), sui marciapiedi che prevedono percorsi ci­clabili, sulle ciclabili “pure”, sui percorsi promiscui pedonali-ciclabili, (ztl e centro storico, anche se per intenderci i mezzi in questione non potranno es­sere usati in via Mazzini e in via Cappello) e nelle zone pedonali con la presenza di apposito cartello. Insomma, nel giro di qualche mese aspettiamoci un proliferare di schegge a due ruote. D’altronde è la moda del momento, e comincia a prendere piede anche tra gli adulti, non soltanto tra i ragazzi. E dunque è legittimo aspettarsi che i tutori dell’ordine si mostrino da subito intransigenti con chi sgarra, così da lanciare un chiaro segnale. Per i trasgressori sono previste multe dai 26 ai 102 euro. Non auspichiamo certo una pioggia di sanzioni, e però allo stesso tempo speriamo che i conducenti di monopattini et similia non inizino – come i ciclisti indisciplinati – a darsi la spinta tagliando la strada sulle strisce pedonali, a passare col rosso, a prodigarsi in gincane tra la gente, a guidare i mezzi parlando al telefonino o, pratica deprecabile già vista in questi giorni, a digitare messaggini. Negli Stati Uniti, dicevamo, l’anno scorso si sono verificati 1.500 incidenti con protagonisti monopattini e affini: 11 le vittime. Nella pur civilissima Inghilterra la legge vieta l’utilizzo di questi mezzi su strade e marciapiedi, e però il loro impiego è cresciuto esponenzialmente e il governo sta pensando a possibili modifiche stringenti alla normativa. A metà luglio, a Londra, un incidente in monopattino è costato la vita a Emily Hartridge, famosa youtuber e volto dello spettacolo britannico. Un mese prima era successo a Parigi, vittima un 25 enne. I nostri bravi vigli siano inflessibili, utilizzino il buonsenso (merce ormai in via di estinzione) ma solo in caso di evidente buonafede da parte del trasgressore (magari fosse sempre così). Non lascino passare il messaggio che, come avviene ormai per le biciclette, tutto è consentito, o quasi. A.G.