Per non dimenticare. Verona ha celebrato il “Giorno della Memoria” Numerose le celebrazioni per ricordare le vittime innocenti. Una giornata che anche la nostra città ha vissuto con grande partecipazione, “...perchè non accada mai più”

Da oggi il carro della Memoria è di proprietà del Comune. Dal 2002 posizionato in piazza Bra per celebrare il Giorno della Memoria, rischiava di essere rottamato in virtù della dismissione delle aree all’ex scalo merci di Porta Nuova. Un simbolo che non poteva andare perduto.

L’Amministrazione ha perciò deciso di acquistarlo, evitandone la distruzione ma soprattutto rendendo il “Carro della Memoria” patrimonio dei veronesi. In attesa di individuare una collocazione idonea alle caratteristiche del bene, ma anche di ciò che rappresenta per la comunità, il vagone sarà temporaneamente custodito negli spazi dalla società Leda Financial srl.
L’acquisto del carro, ad un prezzo simbolico, sgraverà il Comune dalle spese che ogni anno era chiamato a sostenere per il servizio di trasporto dallo scalo a piazza Bra, circa 4 mila euro che d’ora in poi non saranno più necessari.

Brevi cenni storici. Dal 2002, nel mese di gennaio, il vagone denominato ‘Carro della Memoria’ viene posizionato in piazza Bra in concomitanza con il periodo delle celebrazioni legate al Giorno della Memoria.
Il vagone ferroviario, utilizzato dal 1943 al 1945 per le deportazioni nei campi di sterminio, venne ricercato nei depositi di Trenitalia del nord Italia su incarico del Comune di Verona e su proposta del Comitato Unitario per la Difesa delle Istituzioni Democratiche. Una volta trasportato a Verona, venne stipulato un contratto di concessione in comodato gratuito tra Trenitalia e l’Associazione Figli della Shoah, che si era disponibile ad accollarsi la responsabilità del vagone ferroviario. Ciò fino al 2016, quando l’associazione rinunciò al comodato d’uso e il Comune si attivò affinché il carro diventasse patrimonio del Comune e non di una singola associazione.
Oggi il carro è stato uno dei protagonisti silenziosi del Giorno della Memoria. Le celebrazioni veronesi, a ricordo della Shoah e della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945, sono iniziate in piazza Bra con la deposizione di una corona al Monumento ai deportati. Alla cerimonia, per la prima volta senza pubblico a causa del Covid, hanno partecipato il prefetto Donato Cafagna, il sindaco Federico Sboarina, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il comandante del Comando della Forze Operative Terrestri di Supporto generale Massimo Scala e i rappresentati delle autorità militari cittadine.
Nel corso della mattinata è stata data lettura dei cittadini insigniti delle medaglie d’oro concesse dal Capo dello Stato ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti e ai familiari dei deceduti: Silvino Ceschi, Angelo Dal Dosso, Ernesto Gabrieli, Pierino Gino, Francesco Gromeneda, Emilio Murari, Vittorio Pesavento, Ivo Pradella, Danilo Schiavi e Alessandro Zolin, tutti deceduti. Il riconoscimento sarà consegnato ai familiari durante una cerimonia organizzata appositamente.

“Un messaggio di pace per i giovani”

“Per la prima volta, dopo più di vent’anni – ha detto il sindaco Sboarina -, non possiamo celebrare in presenza il Giorno della Memoria. La pandemia in atto, le misure e le regole per fermare i contagi hanno radicalmente modificato le abitudini e anche i momenti durante i quali la nostra comunità si raccoglieva. Ma questo non ferma il desiderio di custodire il nostro passato, anche nei suoi risvolti più duri e difficili, a garanzia del nostro domani. Di passare il testimone della memoria soprattutto ai giovani affinché il futuro del mondo parli di pace e di rispetto delle persone e delle idee. E certe tragedie non si ripetano mai più.
A 76 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, il campo di sterminio simbolo della Shoah, il “Giorno della Memoria” ci richiama voci e volti dei testimoni della storia, di vite umane sacrificate dalla follia della guerra. Ferite che Verona, città insignita della medaglia d’oro al valore militare, porta in numerosi luoghi, che testimoniano ancora oggi quei tragici eventi. Drammi che toccarono da vicino tantissimi veronesi. La scuola, insieme alle istituzioni, ha un grande ruolo per non dimenticare, affinché questi accadimenti storici ci insegnino come non sbagliare mai più. Ecco perché il nostro impegno sarà sempre massimo per far sì che la conoscenza crei consapevolezza e senso civico. Perché la forza della memoria dia vita a un mondo più civile e più giusto, in cui l’amore prevalga sull’odio e il coraggio sulla paura”.
Le manifestazioni sono poi proseguite nel pomeriggio al Cimitero Ebraico di via Badile alle 15; a seguire al Sacrario del Cimitero Monumentale e infine sotto la scultura “Filo spinato” in piazza Isolo. Alle prime due era presente l’assessore Daniela Maellare e in piazza Isolo l’assessore Ilaria Segala.

“Combattiamo l’indifferenza come sostiene Liliana Segre”

“Il Giorno della Memoria venne istituito dal Parlamento italiano il 20 luglio del 2000, ben 5 anni prima che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite scegliesse, con risoluzione 60/7 del 2005, la stessa data del 27 gennaio per celebrare la liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz in Polonia da parte delle truppe sovietiche” commenta il segretario del Pd Maurizio Facincani.
“Il Giorno della Memoria rappresenta un monito contro l’orrore e la barbarie che sotto il regime nazi-fascista in Germania e in Italia, nelle colonie e nei territori occupati hanno raggiunto livelli mai conosciuti prima dalla storia umana. Celebra inoltre il sacrificio delle vittime e di coloro che, mettendo a rischio la propria incolumità, hanno salvato e protetto i perseguitati.
Ed è grave e inaccettabile che ancora oggi molti esponenti delle istituzioni veronesi e venete, a partire dall’assessore regionale Donazzan e prima ancora esponenti della maggioranza del consiglio comunale di Verona, continuino a giocare con la memoria e a lanciare provocazioni nel tentativo di riabilitare quelle ideologie.

La pacificazione tanto acclamata dalla destra italiana non può passare da revisionismi o negazionismi. Il clima di intolleranza che oggi pervade sempre più opprimente il nostro Paese e l’Europa presenta preoccupanti similitudini con quello che accadde prima della Shoah.

Abbiamo il compito di difendere le diversità e di contrastare il linguaggio dell’odio, la violenza, le minacce, combattendo, senza remore e senza opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi, rifiutando, come ammonisce spesso la senatrice Liliana Segre, l’indifferenza”.

Santa Lucia ricorda le vittime innocenti

Il 28 Gennaio 1944 centoventi quadrimotori americani sganciarono centinaia di bombe sul
quartiere di S. Lucia, devastando la stazione, il parco ferroviario, strade, fabbriche e moltissimeabitazioni, soprattutto nella zona di Contrada Polese, provocando numerose vittime civili.
Domani, alle ore 9.00 davanti al Centro Culturale “6 Maggio 1848” di via Mantovana, 66, in occasione del 77° anniversario del bombardamento aereo alleato della II Guerra Mondiale sul quartiere di S. Lucia del 28 Gennaio 1944, la Circoscrizione organizza una cerimonia di commemorazione con la posa di una corona commemorativa davanti alla targa apposta all’ingresso del Centro Culturale, in memoria degli otto “Piccoli Martiri” della scuola elementare di S.Lucia Extra, vittime innocenti dei bombardamenti aerei.
Visto il momento di emergenza epidemiologica e nel rispetto delle prescrizioni anti COVID-19, la commemorazione si svolgerà in forma simbolica, alla presenza del Presidente della Circoscrizione, di una rappresentanza delle Associazioni d’Arma e di 2-3 alunni ed un insegnante per ciascuna delle tre scuole medie del territorio.
Nell’anno 2020 la 4^ Circoscrizione ha approvato, finanziato e realizzato con la collaborazione preziosa dell’Associazione Angeli del Bello Verona Onlus, un progetto di pulizia, riqualificazione e completamento con targhe a carattere storico di 11 monumenti presenti sul nostro territorio.
Questa cerimonia sarà quindi anche una gradita occasione per comunicare alla cittadinanza e ai mass-media la conclusione di tali lavori di cura dei nostri monumenti e per ringraziare di cuore gli Angeli del Bello, dato atto che tra i monumenti sistemati vi sono anche quello dedicato al piccolo Sergio De Simone (27 gennaio Giornata della Memoria) e quello in via 28 Gennaio dedicato alle giovani operaie morte in fabbrica sotto il bombardamento del 28 Gennaio 1944.

“Perchè la storia non va cancellata”

“Non basta dire: “Mai più”. Occorre far tornare al centro i fatti e la storia: storia che può essere interpretata ma non cancellata e che deve essere utilizzata per interrogarci sul mondo di oggi e sui rischi a cui stiamo andando incontro». Così Renato Camurri, docente di Storia contemporanea all’ateneo di Verona, presenta “Storia, memoria e antisemitismo”, conferenza in programma domani, alle 17 per ricordare la Giornata della Memoria.

Protagonista della videoconferenza sarà la storica Anna Foa, docente di Storia moderna all’università La Sapienza di Roma e grande esperta della Shoah. L’incontro sarà introdotto da Renato Camurri e gli interventi saranno intervallati dalla lettura di alcuni brani di scrittori o testimoni della Shoah a cura dell’attrice veronese Rosanna Sfragara.
I saluti istituzionali saranno portati da Olivia Guaraldo, delegata del Rettore al Public engagement e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, e Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà.

«Sarebbe ipocrita non aprire gli occhi su cosa sta succedendo in Europa e anche nel nostro Paese: il vento dell’antisemitismo ha da tempo ripreso a soffiare forte. L’impressione dello storico è che in realtà esso non si sia mai del tutto placato e che ora esso si manifesti alla luce del sole», spiega Camurri. «Accanto all’antisemitismo crescono nel Vecchio Continente nuove forme di razzismo e di discriminazione, sempre più chiari sono i contorni di progetti politici, che puntano a distruggere le fondamenta delle democrazie liberali».
Per questo, più che mai, è importante ricordare e raccontare, in particolare ai giovani, senza retorica, ma con attenzione ai fatti, quella che fu una delle più grandi tragedie della storia.
È possibile seguire gli eventi in diretta dal sito di Contemporanea o sul canale Youtube di ateneo.

La memoria è un dovere. Come ci ricorda il Papa

Una delegazione di Verona Domani composta dal presidente dall’ex consigliere regionale Stefano Casali, dal presidente di Amia Bruno Tacchella, dal capogruppo in consiglio comunale Mauro Bonato e da consiglieri comunali e di circoscrizione, si è recata questa mattina in piazza Brà, presso il vagone-simbolo dell’orrore dei lager. E’ stato deposto un mazzo di fiori bianchi in onore dei sei milioni di ebrei morti.
Tra i presenti il sindaco Federico Sboarina e consiglieri comunali della lista civica Battiti.

“Un piccolo gesto simbolico per non dimenticare l’orrore del genocidio nazista e per ribadire la più ferma opposizione a qualsiasi forma di antisemitismo, negazionismo e xenofobia – hanno detto i rappresentanti del movimento – Non possiamo e non dobbiamo correre il rischio di dimenticare, la consapevolezza degli errori del passato ci aiuta a non rimanere indifferenti. La memoria è un dovere. Ha ragione Papa Francesco quando invita a tenere alta la guardia perché questi episodi di morte e brutalità possono ancora tornare. La massima vicinanza da parte di Verona Domani a tutti i nostri fratelli ebrei, vittime di un folle odio antisemita. L’orrore della Shoah rappresenta sì il passato, ma deve essere d’insegnamento per costruire il nostro presente e soprattutto il nostro futuro”.