Porte girevoli. Turn over a raffica: è il Consiglio comunale più mutevole d’Italia C’è chi è saltato da un gruppo all’altro 4 volte in 4 anni, chi dai 5 Stelle alla Lega, gruppi che si dividono e tornano insieme. 15 cambi su 37 consiglieri. Chi sarà il prossimo?

C’è chi lo chiama calciomercato, e sbaglia, perché nel pallone non puoi cambiare squadra più volte nella stessa sessione di trasferimenti, che sia estiva o invernale. In Consiglio co­mu­nale invece, o meglio, nel Consiglio co­munale di Verona – la nostra città detiene il re­cord a livello nazionale – il lunedì puoi in­dossare una maglia, il martedì un’altra, e se neanche questa ti aggrada più, be’, nessuno ti vieta di continuare a cambiare divisa. Anche il termine «trasformismo», che qualcuno ha usato nelle ultime settimane per commentare la girandola impazzita, non è proprio corretto, dato che a Palazzo Barbieri i numeri della maggioranza sono solidi e quelli della mi­noranza, esigui, pure crescessero non provocherebbero alcuna turbolenza. C’è poi chi lo ha definito mercato delle vacche, ma è volgare. I numeri invece fanno sorridere: 16 cambi su 37 consiglieri, se comprendiamo an­che il sindaco, Federico Sbo­arina. C’è chi, dicevamo, in questi 4 anni di legislatura ha cambiato squadra più di una volta – pensiamo, ma come vedremo non è certo il solo, all’attivissimo Mauro Bonato, dalla Lega al Gruppo Misto, da Verona Pulita a Verona Domani – e chi si è reso protagonista di clamorosi salti della barricata, come Alessandro Gennari, candidato sindaco col Movimento Cinque Stelle improvvisamente fulminato sulla via del Carroccio. Non si rispecchiano più nei valori dei partiti d’appartenenza, i consiglieri. Cambiano tutti movimento per rappresentare al meglio l’elettorato. Non lo fanno per altre ragioni, ci mancherebbe. E così succede che Daniela Drudi eletta in maggioranza con “Battiti-Verona Domani”, la civica con cui è stato eletto il sindaco, un anno prima del rinnovo dell’assemblea cittadina passi con la Lista Tosi, in cui figura Alberto Bozza, consigliere regionale di Forza Italia che a Venezia so­stiene il go­vernatore Luca Zaia e nella nostra città è contro la Lega. Battiti e Verona Domani formavano un solo gruppo, poi si sono divisi, poi sono tornati insieme. Nel frattempo, ne citiamo solo alcuni visto che stare dietro a tale andirivieni è impresa titanica, Paolo Rossi è uscito da Verona Do­mani per entrare in Lega ma i salviniani non gli piacevano più ed è tornato in Verona Domani. Può succedere. In Battiti è entrato Roberto Simeoni che ha salutato i salviniani. Battiti ha perso Paola Bressan, entrata in Fratelli d’Italia, così come recentemente Nicolò Sesso e Massimo Paci, a loro volta usciti da Battiti. Nelle file dei seguaci di Giorgia Meloni anche Gianmarco Padovani, arrivato dalla Lista di Michele Croce e Maria Fiore Adami, pure lei ex Battiti. Andiamo avanti. C’è Andrea Velardi che da forzista è diventato leghista, Thomas La Perna dalla Lega a Verona Domani, An­na Leso da Tosi al Gruppo Misto a “Battiti per Verona Domani” (questa la denominazione ufficiale) e Carla Padovani che da capogruppo del Pd è entrato nel Misto. Non ci stiamo più dietro. Forse abbiamo scordato qualcuno. Panta rei, tutto scorre. E come scorre! I cambi di maglia sono stati tanti da poter formare quasi due squadre di calciotto. Che è uno sport di­vertente. Come la politica.

Alessandro Ultimo