Quando il bicipark fa la differenza Corrado Marastoni: “A Verona non c’è alcuna politica per parcheggiare le due ruote”

Figli di un dio minore. E’ questo che verrebbe da dire di fronte alle clamorose differenze tra il piazzale della stazione di Padova e il piazzale della stazione di Porta Nuova. Il nostro articolo dell’altro giorno sulla Cronaca di Verona relativo al Bicipark deserto gestito da Ferrovie, che non prevede la tariffa giornaliera ma solo abbonamenti per i pendolari, ha richiamato l’attenzione del presidente di Fiab Verona, Corrado Marastoni. In sostanza, il Bicipark che nel luglio 2024 veniva presentato come un servizio di cui avrebbero potuto usufruire anche turisti, visitatori e veronesi che avessero intenzione di lasciare la bici al sicuro per qualche ora, si è rivelato quest’anno un servizio solo per i pendolari con abbonamento mensile da 16 euro, per cui non c’è alcuna convenienza per il ciclista utilizzatore occasionale. E il Bicipark è vuoto. Deserto. L’alternativa, a Verona, è lasciare la bici legata alla ringhiera davanti all’ingresso con la certezza che verrà cannibalizzata da vandali e ladri: la sella, le ruote, le borse, e così via. Basta andare a guardare per rendersi conto della realtà. “A Padova, dove il gestore del Bicipark è sempre Ferrovie, la situazione è ben diversa -spiega il presidente Marastoni-. La situazione di Verona la conosciamo molto bene, purtroppo perché per l’utilizzo occasionale il bicipark non è assolutamente conveniente. Il gestore precedente, Metropark, aveva previsto la tariffa giornaliera, diurna, ma il nuovo gestore, Ferrovie, a Verona come a Padova, l’ha tolta perché poco redditizia e lavora solo con abbonamenti mensili”. Ma non è un cambio delle carte in tavola rispetto a quanto promesso un anno fa davanti ad assessori comunali e regionali? “Di sicuro è una scelta non positiva perché per i turisti e i visitatori occasionali non c’è alcun servizio che consenta di lasciare la bicicletta in sicurezza. E né qui a Verona né a Padova si riesce a intavolare un confronto con il gestore. Inoltre a Verona il Bicipark a differenza di Padova non lo usa quasi nessuno, è sempre vuoto, deserto. la clientela è evidentemente diversa. Inoltre, le rastrelliere, nel piazzale di Porta Nuova, sono lontane e se lasci lì la bicicletta è facilmente aggredibile dai ladri. Per questo tutti lasciano le biciclette legate alla ringhiera davanti all’ingresso della stazione con una situazione pessima per il decoro e la sicurezza”. Dobbiamo rassegnarci a questa situazione? Nessun servizio e nessuna sicurezza per chi va qualche ora in stazione con la bici? “No, la soluzione ci sarebbe, basta guardare come si sono organizzati a Padova. Davanti alla stazione sono state posizionate rastrelliere molto numerose e con la copertura. Chi non usa il Bicipark può lasciare la bici in modo ordinato e sicuro. Servirebbero anche davanti alla stazione di porta Nuova per risolvere il caos attuale. Inoltre la Polizia locale, come avvisano i cartelli esposti, se trova biciclette abbandonate o parcheggiate male, fuori dalle rastrelliere, dopo due giorni le porta via”. Quindi? “Quindi dobbiamo dire che a Verona non c’è alcuna politica per il parcheggio delle bici che non sia quello di Ferrovie. Il servizio fa pena quando invece si dovrebbe mettere ordine rivedendo la convenzione con il gestore. Il fatto è che il piazzale di Porta Nuova è di Grandi Stazioni e il Comune si dovrebbe rapportare con loro per poter mettere rastrelliere coperte davanti all’ingresso. Sembra un miraggio, il Comune è immobile su questo fronte. Un peccato, perché potrebbe essere più intraprendente e garantire un servizio che oggi non c’è più”. MB