Quella tomba simbolo di amore libero Nel cimitero di Père Lachaise è sepolto Oscar Wilde. I baci lasciati sulla statua

Il 30 novembre 1900, all’età di soli 46 anni, moriva Oscar Wilde, una delle menti più brillanti del secondo Ottocento. Gli ultimi anni dell’autore furono travagliati da molte vicende: la meningite che decretò la sua fine, l’esilio, ma anche, pochi anni prima, il biennio trascorso in carcere ai lavori forzati a causa di un presunto bacio omosessuale. Fu però proprio grazie al suo amante, Robert Ross, che la tomba di Wilde fu traslata dal piccolo cimitero di Bagneux al monumentale Père Lachaise di Parigi. Nove anni dopo la morte, la nuova tomba fu commissionata a Jacob Epstein, scultore americano già famoso nella Londra di primo Novecento. Egli scelse come soggetto del monumento funebre una sfinge alata, ispirandosi a un componimento dello stesso Wilde, The Sphinx: in 174 versi il narratore interloquisce con la Sfinge chiedendole i dettagli delle sue avventure sessuali con diverse creature umane, divine e mostruose, per poi ritrarsi inorridito dal racconto e rivolgersi a un Crocifisso, “che piange per ogni anima che muore”. L’esotismo, il fascino per il mostruoso, l’ambiguità sessuale – eredità del Decadentismo francese che aveva avuto profonda influenza sulla sensibilità di Wilde – vengono ripresi anche nella raffigurazione statuaria della Sfinge, che è dotata di genitali maschili; inoltre è raffigurata con un piccolo angelo dietro l’orecchio (forse in riferimento al verso della Sphinx “cantami tutte le tue memorie”) e altre cinque figure di cui una reca proprio un Crocifisso, come simbolo del martirio di Wilde tra la sua vita intensamente sensuale e il velo del Cattolicesimo. Il monumento creò molto scandalo: nella versione finale l’angelo fu rimosso e sostituito da un copricapo, ma fu soprattutto l’esibizione del sesso della Sfinge – maschile come nell’iconografia egizia – a suscitare polemiche e l’intervento della censura, che prima impose una tassa come penale e poi scelse di celare direttamente i testicoli della statua. Ne seguì una serie di contenziosi, con tanto di polizia a sorvegliare il monumento e tentativi notturni di togliere il gesso che era stato applicato come copertura. Alla fine, nel tentativo di trovare un compromesso, Robert Ross volle apporre una placca di bronzo a forma di farfalla, ma Epstein si rifiutò di partecipare al disvelamento della nuova versione nel 1914. In seguito la placca fu comunque tolta, ma i genitali originari furono vandalizzati da due donne nel 1961, che riuscirono a rimuoverli definitivamente con sassi e ombrelli. Tormentata dallo scandalo quanto chi vi era sepolto, la tomba divenne infine simbolo di amore libero e passionale: nacque così negli anni 90 (e fu proibita solo dal 2011) la tradizione di baciare la statua con il rossetto rosso, in omaggio alla vita sofferta di Wilde e al bacio che gli era costato il carcere.

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