Rems di Nogara, futuro denso di nubi “Oggi c’è anche carenza di personale e questo si ripercuote ovviamente sui servizi”

Un futuro plumbeo per i lavoratori del REMS di Nogara, struttura sanitaria che accoglie autori di reato affetti da disturbi mentali, con sede nell’ex ospedale Stellini. Ad incrementare i grattacapi ai dipendenti, sono stati i recenti arresti che hanno coinvolto La Rondine, la cooperativa sociale abruzzese a cui è stata affidata la gestione del REMS. E per un caso sospetto di corruzione, su cui sta indagando la Procura di Pescara, sono stati infatti arrestati Domenico Mattucci, legale rappresentante della cooperativa, e Luigia Dolce, coordinatrice de La Rondine. Notizie che a maggior ragione non possono tranquillizzare gli animi di coloro che lavorano all’interno della struttura sanitaria per l’esecuzione delle misure di sicurezza, con il già delicato compito di accogliere ospiti socialmente problematici. Il pensiero dei lavoratori era già in fibrillazione per il processo di reinternalizzazione del servizio del REMS, che appunto ora è stato affidato alla gestione esterna della cooperativa La Rondine e che l’Ulss 9 Scaligera potrebbe tornare a gestire direttamente. Ennesimo cambiamento che suscita nei dipendenti il timore di poter perdere il posto di lavoro. Sull’evolversi della situazione c’è anche l’occhio vigile del sindacato Cisl Fp di Verona che descrive il clima all’interno del REMS come “Ancora più denso di preoccupazione”. Da mesi infatti il sindacato sta seguendo il processo di reinternalizzazione del REMS, provando in passato anche a confrontarsi con i responsabili della cooperativa La Rondine. «Tentativi caduti nel vuoto – spiega il sindacato veronese – Nonostante i nostri numerosi solleciti, non abbiamo mai ricevuto una risposta. Un silenzio inaccettabile, tanto quanto la mancanza di sensibilità, rispetto ed etica
professionale nei confronti dei dipendenti. Abbiamo invece mantenuto un canale di dialogo e di confronto costantemente aperto con i vertici dell’Ulss 9 Scaligera». Nel frattempo, giovedì scorso si è tenuta una riunione in videoconferenza tra i rappresentanti di Cisl Fp Verona e il direttore dei servizi socio-sanitari dell’Ulss Raffaele Grottola. «Un incontro importante perché ha permesso a tutti gli operatori coinvolti di esprimere la loro preoccupazione, non solo per il futuro, ma anche e in particolar modo per le difficoltà odierne, che si riscontrano nella gestione quotidiana della struttura”.
Continua sempre Fp Cisl: “Le difficoltà sono ben rappresentate dall’attuale carenza di personale soprattutto infermieristico. Nell’incertezza di una situazione mai ben chiarita dai vertici de La Rondine, diversi infermieri hanno trovato opportunità di lavoro più sicure. Professionisti sanitari che l’attuale gestione non è riuscita a sostituire e il cui carico di lavoro ora pesa su chi è rimasto. Ora auspichiamo risposte sollecite e chiare sul futuro dei lavoratori, ma certamente anche per gli ospiti della struttura, ai quali si dovrebbe assicurare una continuità assistenziale”.

Fabio Ridolfi