Rifiuti nascosti sotto terra Le ricerche concentrate su dieci terreni a Zevio, Minerbe, Bevilacqua e Boschi Sant’Anna

Sono state presentate nella Sala Rossa dei Palazzi Scaligeri, le attività di scavo che hanno permesso di individuare rifiuti interrati in quattro comuni della Pianura Veronese, nel contesto delle indagini tuttora in corso e disposte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona. Sono intervenuti: il presidente della Provincia, Manuel Scalzotto; il vicecomandante del Corpo di Polizia Provinciale di Verona, Damiano Cappellari; il sindaco del Comune di Minerbe, Andrea Girardi; l’ispettore dei Vigili del Fuoco di Verona, Paolo Foresti e il comandante della Polizia Locale di Zevio, Vincenzo Esposito.
Le ricerche, concentrate su dieci terreni, hanno portato all’individuazione di otto siti in cui erano stati interrati rifiuti: quattro a Zevio, due a Minerbe, uno a Bevilacqua e uno a Boschi Sant’Anna. Gli scavi – portati a termine dalla Polizia Provinciale, personale specializzato dei Vigili del Fuoco di Verona e in alcuni casi con la collaborazione della Polizia Locale di Zevio – si sono svolti da ottobre 2018 alla fine del novembre scorso.
I terreni interessati dall’interramento di rifiuti equivalgono in tutto a una superficie di circa 5mila metri quadrati. A partire da una profondità minima di un metro fino a cinque/sei metri (al raggiungimento della falda acquifera con la quale i materiali interrati erano a contatto), sono stati ritrovati: teli in plastica usati per le coltivazioni, tubazioni in plastica per l’irrigazione, teli in tessuto non tessuto per uso agricolo, materiale ferroso, residui di contenitori in plastica, contenitori di fitofarmaci, fusti metallici rotti con residui di oli esausti, materiale edilizio e da demolizione, pannelli isolanti, legno, materiale plastico vario, colonne e lastre in cemento, rottami metallici vari (di veicoli ed elettrodomestici), pneumatici. Le aree individuate sono state poste sotto sequestro e dovranno essere bonificate, come previsto dalle ordinanze dei sindaci emesse ai sensi della normativa ambientale. L’ipotesi di reato è smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. La legge prevede che il responsabile è “tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti e al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo”.
I periodi presunti di interramento sono diversi: in alcuni casi si tratta di materiale occultato probabilmente circa dieci anni fa, mentre altri sono ascrivibili a momenti più recenti.
I terreni in questione sono stati tutti utilizzati per coltivazioni di frutta, ortaggi o cereali destinati all’alimentazione umana o animale. Gli accertamenti sono stati possibili grazie ad alcune precise segnalazioni.