“Sanità a Roma? Chiederemo ai veneti…” Poi un grande annuncio: “Per la prima volta più dimessi che ricoverati”

«La sanità del Veneto ha re­agito bene. L’autonomia va premiata, non penalizzata. Se qualcuno vuole toglierci il settore siamo pronti a un referendum per chiedere ai cittadini se vogliono essere curati dal Veneto o da Ro­ma». Luca Zaia ha risposto con decisione alla richiesta del vicesegretario del Pd Andrea Orlando e del capo politico del M5S Vito Crimi (ma l’elenco si sta allungando) di togliere le competenze sanitarie alle Regioni di riportarle in capo allo Stato. Il governatore, pacato nei to­ni ma visibilmente stizzito, non solo ha sbattuto la por­ta in faccia all’improvvida u­scita degli esponenti del go­verno, ma ha anche rilanciato: «A emergenza terminata torno a capofitto sull’autonomia del Veneto». Il governatore, a proposito degli ospedali, ha dato una notizia che riempie di speranza: «Oggi per la prima volta abbiamo il dato positivo con più pazienti dimessi dei ricoverati, che sono in flessione rispetto a ieri di sette unità. Per la prima volta» ha aggiunto «registriamo un delta positivo sui dimessi e questo per noi è il vero indicatore, vuol dire che svuoti gli ospedali: è stato fondamentale avere suddiviso i pazienti negli ospedali-Covid e non-Co­vid». Il presidente della Re­gione ha inoltre annunciato che è al lavoro per la riapertura parziale, la cosiddetta “fase due”: «Spero che questa tragedia finisca, e per questo stiamo lavorando al piano di riapertura, a prescindere dai test sierologici che hanno un valore scientifico e se il progetto andrà bene potrà essere utilizzato per la “patente” per i lavoratori. Dobbiamo essere pronti perché il giorno dopo si possa riaprire pur con gradualità alcune attività. Sol­leciterò il governo perché si vada in questa direzione: ov­viamente la riapertura dovrà essere suffragata dai dati scientifici, sarà il Co­mitato tecnico scientifico che dovrà dirci se dovranno essere prolungate o meno le restrizioni».

A.G.