Santa Toscana si ribella. Nel cuore di Veronetta cresce il mercato della droga Residenti e commercianti dicono basta allo spaccio di eroina e cocaina che avviene anche in pieno giorno e tra i clienti. “Palazzo Barbieri ci ascolti”. Tra i clienti tantissimi ragazzini veronesi. Chiesto l’intervento di forze dell’ordine e amministrazione

“Basta, non ce la facciamo più, questa piazza sta tornando la centrale dello spaccio. Gli spacciatori sono indisturbati, dalle 15 in poi è terreno loro. Stiamo perdendo clientela, lavorare diventa difficile, i camerieri non ne vogliono più sapere di stare qui. Anche quando c’è il mercato settimanale i pusher si infiltrano tra la gente. Vogliamo andare a Palazzo Barbieri, vediamo se ci ascoltano”. Cresce la protesta, ma non solo tra i negozianti di piazza Santa Toscana, nel cuore di Veronetta, e anche tra i residenti. Sentono che il loro territorio sta tornando di nuovo nell’abbandono. Da un lato vedono che l’amministrazione comunale qualche sforzo cerca di farlo, con l’iniziativa dei giardini aperti a Veronetta oppure con il controllo di vicinato per garantire più sicurezza. Ma qui c’è il pericolo che i giardini siano sempre aperti per spacciatori e consumatori di eroina, coca e marijuana ed è proprio controllo di vicinato quello che questi commercianti stanno facendo. Sono le antenne sul territorio che segnalano cosa non va. E l’allarme continuano a lanciarlo da tempo. Questa è la realtà, come scrive Gramellini, che si rivela “una tiranna sanguinaria” e allora chiedi “asilo alla fantasia”. Inutile dunque divagare con tanti discorsi. Chi vive e lavora qui si sente tradito, ci sono giovani che hanno investito in nuovi locali e per colpa di questa situazione si sentono a rischio. “Da quando l’edicola con il suo chiosco storico è stata chiusa la situazione è peggiorata”, spiega un commerciante, “ci avevano assicurato che sarebbe stato riaperto come punto informativo gestito da associazioni, ma questo avviene solo un paio d’ore ogni tanto. Per il resto il chiosco è sempre chiuso. la fontana lì vicino viene usata per lavarsi o per ripulirsi dopo aver consumato la droga”. C’è la farmacia, la pasticceria, il bar che punta su aperitivi e modiva, il supermercato, la gastronomia: un quartiere vivo, completo, ricco di servizi e che vorrebbe vivere in tranquillità facendo proprie le parole del questore Massucci: con professionalità, cortesia e rigore. Ma qui le forze dell’ordine si vedono poco e comunque un conto è la presenza per deterrenza, un conto è colpire il traffico di droga e gli spacciatori.

“I clienti dello spaccio? Tanti ragazzini veronesi”

Il traffico di droga, prevalentemente cosa e droga pare sia gestito da un fortissimo gruppo di centrafricani (nigeriani?) in via San Nazaro, da dove poi è facile raggiungere con le scalinate il quartiere più in alto, tranquillo, dove consumare le dosi lontani dagli sguardi. Non a caso il borgo di Alto San Nazaro proprio per questa frequentazione è una zona residenziale che fa difficoltà a decollare. E potrebbe essere una delle zone più belle di Verona. Un allarme che chiama in causa tutti, da chi coordina le forze di polizia e i controlli sul territorio per dare maggiore attenzione a Veronetta, fino all’amministrazione comunale che potrebbe investire di più e meglio per migliorare la vivibilità della piazza. “Gli spaccini arrivano le primo pomeriggio e fino a tarda sera la piazza è sotto il loro controllo”, racconta un altro commerciante. “Questa situazione ha un impatto negativo molto forte sulle nostre attività economiche oltre che la sicurezza della piazza. La clientela sta calando perché chi si ferma più ai tavolini a bere il caffè o l’aperitivo o a mangiare se davanti al tuo tavolino c’è lo spaccio delle dosi? Anche il rito serale della movida si sta riducendo a causa di queste presenze. E il personale di bar e locali pubblici non viene più volentieri a lavorare da noi, cercano altri posti più tranquilli e sicuri”. Non aiuta, anzi aumenta il disordine e il senso di insicurezza, il caos viabilistico con centinaia di autobus in transito ogni giorno, auto e furgoni ovunque, strade dissestate, attraversamenti pedonali pericolosi e poco segnalati. C’è dunque l’aspetto della sicurezza della piazza, dove spesso avvengono liti tra sbandati per motivi di droga o perché alterati da alcol e sostanze e l’aspetto economico per chi lavora nei negozi della zona. Ma un altro aspetto è fortemente preoccupante: chi sono i clienti di questo spaccio di droga pesante? “Ci sono tantissimi ragazzini italiani, davvero giovani, che vengono qui a rifornirsi e che si rovinano la vita. Lo smercio è gestito da stranieri ma non sono stranieri i clienti, in prevalenza sono veronesi. E i nostri giovani rischiano davvero di rovinarsi la vita”. Una situazione che si fa insostenibile con la bella stagione: “La gente vuole stare all’aperto ma diventa sempre più difficile. Quando poi i veronesi andranno in vacanza e la piazza si svuoterà, diventerà il dominio incontrastato degli spacciatori. E avremo perso di nuovo piazza Santa Toscana”. Ecco, anche questo è controllo di vicinato. Perché, come scriveva Clement Rosset, filosofo francese, “la realtà è la sola cosa al mondo alla quale non ci si abitua mai completamente”. mb