Sciopero “giustificato”. “Fridays for future”: tutti in piazza con Greta – GUARDA LA FOTOGALLERY Molti presidi di Verona hanno accolto l’invito del ministro Fioramonti a perdonare chi ha manifestato per l’ambiente. Nobile causa, ma quando si protestava per le aule che cadevano a pezzi era forse meno importante?

Anche a Verona migliaia di studenti, dalle stime 5-6 mila, han­no ma­nifestato lungo le vie del centro a difesa dell’ambiente. Lo hanno fatto per una cau­sa nobilissima, nu­lla da dire. La lot­ta all’inquinamento dell’aria e dei mari, all’uso smodato della plastica, all’abuso di pesticidi e via dicendo deve ri­guardare tutti. C’era chi impugnava cartelli contro i gas serra e gli allevamenti intensivi, chi mo­strava l’effige di Gre­ta Thun­berg, chi bran­diva map­pamondi. Una ra­gaz­­za poi teneva sollevato un cartello verde con la scritta bianca: “Stu­dierei il passato se mi as­sicuraste un futuro”. Ecco, ciò ci porta al punto più controverso di questa protesta. Un buon numero di presidi delle scuole della nostra provincia, sollecitati dal ministro grillino all’Istru­zione Fioramonti, han­no deciso di giustificare le as­senze degli scioperanti. I quali, com­prensibilmente, non se lo so­no fatti dire due volte che potevano saltare le lezioni senza alcuna conseguenza. Hanno indossato i vestiti prodotti in Cina o in altri Pa­esi dell’Estre­mo Oriente dove le fabbriche inquinano più delle ciminiere di Londra dell’800 – ma non vo­gliamo essere certo così bacchettoni, non si può vivere nel Me­dioevo – e smartphone in mano han­no affollato viuzze e bar, che hanno fatto affari d’o­ro. Fino a non molto tempo fa però gli studenti protestavano per denunciare si­tuazioni al­trettanto serie, come i muri delle aule scrostati, i pezzi d’intonaco che rischiavano di ca­derti in testa, i riscaldamenti spenti in pieno inverno, eccetera e eccetera, però col cavolo che il ministro del­l’I­stru­zione e­sortava i presidi a perdonare i ragazzi che al posto di sottoporsi a interrogazioni e compiti in classe andavano in piazza. E­rano forse motivazioni meno im­portanti? Riguardavano la sicurezza, il decoro, la salute, la dignità. Anche allora, certo, molti scioperanti ne approfittavano per non andare a scuola e non gliene fregava nulla della causa per cui si erano assentati, però l’indomani ol­tre a bec­carsi la ramanzina dagli insegnanti (oltre a quella dei genitori il giorno prima) rischiavano di vedersi scalare il voto in condotta. Perché questa di­sparità di trattamento?

Dalla scalinata di Palazzo Barbieri, in una Bra gremita fin sopra ai gradoni della Gran Guardia sostenitori veronesi dell’iniziativa “Fridays for Future”, il movimento ecologista lanciato dall’attivista sedicenne Greta Thunberg hanno ribadito le proposte lanciate a inizio estate all’amministrazione attraverso tre differenti mozioni. Avevano chiesto chiesto che venisse dichiarata l’emergenza climatica, che il Comune virasse verso una totale illuminazione pubblica al led, cioè con lampadine a risparmio energetico, e di ridurre i costi del trasporto pubblico in modo da incentivarne l’utilizzo, ma da allora non è stato fatto nulla. I giovani hanno assicurato che proseguiranno nel loro impegno che comprende anche il coinvolgimento degli insegnanti: con un’ottantina di loro si sono già incontrati per far proseguire e allargare il Progetto SOS, Scuola Orien­tata alla So­stenibilità, per passare dalle parole ai fatti. Tutto questo mentre la Regione investe sulle strade come dice Bertucco.