“Senti qua…”. E Germano raccontava Il ricordo di Mosconi, un esempio per tanti giovani cronisti: per tutti, un riferimento

Raffaele Tomelleri

Nove anni fa, come ieri, se ne andava Germano Mosconi. Un grande giornalista, una persona seria. Un amico. Sì, perchè Germano aveva la dote, sempre più rara, di regalarti amicizia, consigli. Di non farti pesare il suo lungo percorso, l’esperienza, le conoscenze. Certo, gli piaceva raccontarsi e raccontare, questosì. Allora, ti metteva una mano sulla spalla e ti diceva: “Senti qua…”. E si lasciava andare ai ricordi, ne aveva tanti, perchè di calcio e di Hellas ne aveva visto per anni. Gli anni eroici, in cui il giornalista era “vangelo” epoteva raccontarti di tutto perchè la partita l’aveva vista solo lui.
“Senti qua…”, par di sentirlo ancora. Gli piaceva raccontare, ma gli piaceva, anche, ascoltare. E a pensarci bene, è una dote ancora più rara in un mondo in cui a molti, vien facile “fare i professori” e salire in cattedra. Germano sapeva ascoltare. E se una cosa gli piaceva, ti diceva “bravo”. Neanche un filo di gelosia, in un mondo in cui (spesso) la gelosia la fa da padrone.
E poi l’esempio. Anche quando era un po’ avanti con gli anni e fare i gradoni del Bentegodi era diventato un po’ più complicato, c’era sempre. Si piazzava al suo posto, inforcava gli occhiali, prendeva appunti come l’ultimo dei collaboratori. E tu pensavi, “…questa è la passione, il bisogno di esserci, di non gettare la spugna”.
Germano era così, un riferimento per chi i gradoni delBentegodi cominciava allora a farli e lo guardava, magari, con un filo di soggezione. Te la toglieva subito, ti dava del tu. E non lesinava consigli, perchè gli piaceva il suo lavoro e gli piaceva avvertire quel “sacro fuoco’ sempre più raro.
Bravo, Germano, anche a lasciar perdere la “vigliaccata” di chi lo sbattè in prima pagina, quando i social erano all’alba e girò un video “falso e volgare” in cui veniva dipinto per quello che non era.
Ne soffrì di sicuro, non lo diede mai a vedere. E andò sempre a testa alta, com’era giusto che fosse. Così come, adesso, ce lo ricordiamo tutti. Con un pizzico di nostalgia per un tempo, e un amico, che non ci sono più.