Serve un cambio di passo che aiuti il congedo parentale Le proposte di Italia Viva.

Tavolo comunale con le associazioni di volontariato, numero di telefono unico per gli aiuti, congedo parentale per accudire i figli a casa. Sono queste le proposte che Italia Viva con Davide Bendinelli, Maria Fran­cesca Salzani, Stefano Passarini e Valeria Pernice hanno lanciato per fronteggiare la difficile situazione che stiamo vivendo. Italia Viva chiede al sindaco Sboarina e agli altri sindaci di creare a livello comunale un tavolo di coordinamento con tutte le associazioni di volontariato per poter valorizzare le risorse di cui disponiamo e cercare per questa via di dare risposte concrete ai cittadini che si trovano in situazioni di isolamento o difficoltà e, contemporaneamente, irrobustire il tessuto sociale delle nostre comunità. Chiedono per esempio, come hanno già fatto altri Comuni lombardi, la messa a disposizione di un unico recapito telefonico che raccolga la disponibilità di tutti coloro che sono in grado di dare una mano nella distribuzione dei pasti a domicilio, nel portare la spesa a casa, nella custodia temporanea dei bambini e altre attività che mettano insieme la necessaria assistenza con la coesione sociale. “Come Italia Viva”, concludono, “siamo impegnati, al Governo come sul territorio, a formulare proposte per far ripartire l’economia del Paese, ma siamo convinti che, accanto agli investimenti economici indispensabili in questo momento, è altrettanto importante investire in legami di solidarietà, perché non ne usciamo da soli, ma insieme, riscoprendo il valore della comunità, anche se in forma nuova. In questo senso alcuni provvedimenti, tra gli altri sostenuti da Italia Viva e contenuti negli ultimi decreti “corona Virus”, come l’ampliamento della legge anti-spreco rispetto ai generi alimentari e ai farmaci originariamente previsti, una norma che di fatto alimenta l’economia circolare a fini di solidarietà sociale; la possibilità di accedere per uno dei genitori al congedo parentale per la cura dei figli che rimangono a casa in conseguenza alle scuole chiuse. L’economia sociale, di cui la nostra Verona e tutta la sua provincia è esempio con i circuiti di dono e gratuità è una ricchezza dalla quale ripartire.