Si torna il primo febbraio. Zaia indica la data della ripartenza delle scuole superiori Il governatore: “Se il quadro epidemiologico non peggiorerà, finalmente riprenderemo le lezioni in presenza”. In Veneto contagio in calo per il 15 esimo giorno consecutivo. Nella nostra regione confermata la zona aranicione. Il professor Palù: (presidente dell’Agenzia del Farmaco): “Ok al vaccino di Astrazeneca forse già prima del 29 gennaio”

“Le scuole superiori potrebbero riaprire alle lezioni in presenza il primo febbraio, però non dovranno esserci rischi. In caso contrario si valuterà lo scenario epidemiologico”. Lo ha detto il go­vernatore Luca Zaia. “Gli stu­denti hanno ra­gione se protestano, e non è certo lo­ro colpa de le scuole sono chiuse”, ha continuato il presidente del Veneto. “Ho sem­pre detto che ritenevo u­na sconfitta dover chiudere. Ma qui, con i rischi di una comunità come quella scolastica, siamo davanti a un tema di sanità pubblica, non è una argomento per zotici lo­calisti. Come mai, se il problema non c’è”, ha proseguito Zaia, “anche il governo dice che si potrebbe riaprire ma solo al 50%? Non accetto che ci dicano che non a­priamo le scuole perché non siamo pronti coi trasporti. Non è per questo: noi con i trasporti ci siamo”. In Veneto è stata confermata la zona arancione. “Nonostante un Rt sotto 1 ci hanno attribuito questa classificazione per l’al­to tasso di ospedalizzazione, che però ci vede al sesto posto in Italia”. Per il quindicesimo giorno di fila, però, in Veneto il contagio sta scendendo. Nei reparti non critici sono ricoverati 2.809 pazienti (-60) e 349 (-2) nelle terapie intensive. “Sia­mo circondati – ha avvertito il governatore – da regioni in cui stanno crescendo. Ab­biamo pagato un duro scotto quando gli altri non avevano questa onda d’urto. Ci sono state regioni con restrizioni più dure, però oggi vediamo che nonostante questo c’è una ripresa di contagi e ospedalizzazioni”. Alla conferenza stampa era presente anche il professor Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia nazionale del farmaco, il quale ha dato subito un’importantissima no­vità: “Non ho la sfera di cristallo ma penso che Ema (Agenzia europea per i medicinali, ndr) darà l’approvazione al vaccino AstraZeneca. Il 29 gen­naio o forse anche qualche giorno prima”. Significherebbe un’ulteriore accelerazione alla vaccinazione, che in Veneto procede già spedita. Entro fine primavera la regione punta ad aver immunizzato almeno tutte le categorie mag­­giormente a rischio. L’intera vaccinazione po­trebbe terminare a settembre, anche se Palù ha sottolineato: “Con questo ritmo cre­do potremmo arrivare a 150 mila vaccinazioni al giorno ma si può crescere di più coinvolgendo farmacisti, medici di medicina generale e specializzandi. Il problema è la fornitura, Astra Zeneca è l’unico vaccino che può arrivare velocemente e risolvere il problema, il resto è un tema organizzativo e penso che siamo in gra­do di organizzarci. Il Ve­neto è messo meglio di altre regioni. Basandoci sugli studi di sieroprevalenza effettuati in Cina, Stati Uniti e Islanda”, è andato avanti il presidente dell’Aifa, “si può calcolare che la letalità del Covid-19 oscilli tra lo 0,25% e lo 0,50%”. Palù si è detto anche contrario a un nuovo lockdown: “Non possiamo per­mettercelo”. Infine un’ulteriore novità molto importante: “Ieri il cda di Aifa ha approvato l’uso di monoclonali, che ha avuto poi l’ok del ministero, per cui anche in Italia partirà un progetto di ricerca per la cura a casa dei pazienti colpiti dal Covid”.