Sondaggi di mezza estate. Sfida tra la Lista Zaia e quella della Lega L’istituto Tecnè dà la coalizione di centrodestra al 70%. Per Fabbrica Politica sarebbe addirittura all’80. Lo sfidante di centrosinistra Lorenzoni quotato al massimo al 20. I 5 Stelle rischiano di rimanere esclusi dal Consiglio. Italia Viva al difficile debutto

Estate 2020: tempo di Cham­pions League, ma­sche­rine, e sondaggi. Pre­si­denti di Regione e sindaci, quasi tutti, avrebbero pre­fe­rito votare a fine luglio. Il go­verno ha fissato la tornata il 20-21 settembre. La cam­pa­gna elettorale, a causa del Covid, ha modificato i propri riti. Quello dei son­daggi, però, è rimasto im­mu­­tato. Il dato certo è uno: Luca Zaia è dato trionfatore da tutti gli istituti demo­sco­pici. Le ultime rile­vazioni riporta­no numeri im­pressio­nanti. L’ultima effet­tuata dal­­­l’istitu­to Tecnè per l’a­genzia di stampa Dire, dà il Doge tra il 68 e il 72%. 7 ve­neti su 10 voterebbero la coalizione di centrodestra. Lo sfidante principale, l’ex vi­cesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, a capo delle liste capitanate dal Pd, viene rilevato tra il 16 e il 20%. Il Cinque Stelle En­rico Cap­pelletti prendere­b­be tra il 4 e l’8. Quarta la renziana Danie­la Sbrollini, portabandiera di Italia Viva, data tra il 2-6. Alta la per­centuale dell’astensio­ne e degli incerti: 39%. An­co­ra più netta la tendenza se­condo Fabbrica Politica, il network fondato dal vero­nese Matteo Spigolon. Il sondaggio, realizzato tra il 3 e il 5 agosto in vista delle e­le­zioni regionali in Veneto, ri­porta numeri clamorosi. Il cen­trodestra è dato al­l’80,7%. Il centrosinistra al 12,7. I grillini schiacciati all’1,9, il che significherebbe non piazzare nemmeno un consigliere nell’assemblea ve­neta. Italia Viva non su­pererebbe lo 0,5. Che il Pd fosse destinato alla scon­fit­ta era scontato, d’altronde in Veneto non ha mai vinto e l’emergenza Covid ha au­mentato esponenzial­men­te la visibilità di Zaia. E però, come sottolinea il fondatore di Fabbrica Politica, «il go­vernatore uscente va verso percentuali alla Putin». «In alcuni comuni del Trevigia­no», fa presente, «Zaia su­pera il 90%». La vera sfida è tutta interna, tra la Lista Zaia (rilevata al 36,8) e quella della Lega (31,4). Potrebbe essercene anche un’altra, formata dagli am­ministratori locali, ma an­cora non è certa. Cinque anni fa la lista del pre­sidente prese il 23 e quella del Carroccio il 18. La grande novità della tornata elettorale, al di là del mar­gine d’errore dei sondaggi, sarà Fratelli d’Italia: la Meloni è data al 9,7 a fronte del 2,6% ottenuto nel 2015. Forza Italia pas­se­rebbe dal 6 al 2,8. Il Pd, con Ales­sandra Moretti por­ta­­ban­diera, prese il 16,6. Oggi il sondaggio dà la lista del Partito democratico al 9,2. I pentastellati, poi, farebbero un triplo carpiato all’indietro rischiando di rimanerci sec­chi: dal 12% del 2015 quando per una manciata di voti su­pe­rarono l’allora sindaco di Verona Flavio Tosi fresco di uscita dalla Lega, a nem­meno il 2. Il Partito dei Veneti, è al 3,8. «Le percentuali», aggiunge Spi­golon, «po­tran­no oscillare di qualche punto non appena verranno ufficia­liz­zati i nomi presenti nelle liste. È comun­que inverosi­mile che in un mese e mezzo cambino in mo­­do significa­tivo. Zaia fa da traino a tutta la coalizione: c’è una bella dif­ferenza se all’in­tervistato chie­di se voterà un “artito x”o se voterà il “artito x”che corre a sostegno del governatore».