L’allarme sicurezza non conosce tregua: ogni sera si conta una aggressione. Questa volta ai danni dei tassisti della stazione di Porta Nuova come riporta in una nota il deputato di Fdl Marco Padovani. «Dopo l’episodio dell’altra notte in stazione, si valuti il ripristino della zona rossa», chiede il parlamentare. Ed è la stessa richiesta che arriva da uno dei rappresentanti della categoria, Stefano Sella presidente di Unitaxi Veneto e vicepresidente nazionale. «Non lavoriamo tranquilli, assolutamente. L’episodio gravissimo accaduto ai colleghi alla stazione di Porta Nuova poteva avere conseguenze davvero gravi». Come ricorda Padovani, «Tra la mezzanotte e l’una di notte, nel parcheggio dei taxi della stazione Porta Nuova, un uomo armato di bottiglie ha colpito auto e arredo urbano fino all’intervento degli agenti della Polfer, che lo hanno fermato e portato via». Riprende Stefano Sella: «Quando c’era la zona rossa, la presenza di agenti in divisa sicuramente era un deterrente per i malintenzionati. Ora che la zona rossa non c’è più, la stazione è terra di nessuno e chiunque può fare ciò che gli pare. Dalle 22 in particolare c’è tanta gente poco raccomandabile. se al posto della bottiglia questo personaggio avesse avuto qualcosa di più pericoloso cosa sarebbe accaduto? Ma qui c’è un problema generale di sicurezza a Verona, i casi stanno diventando troppo frequenti». Padovani aggiunge: «Si tratta di un episodio grave, che conferma come la stazione resti un’area particolarmente delicata della città, frequentata ogni giorno da migliaia di cittadini, pendolari e turisti. Proprio per questo non possiamo permetterci cali di attenzione: serve garantire la sicurezza di chi vi transita, tutelare il lavoro degli operatori e preservare l’immagine della città». Tanto per rendere l’idea, turisti stranieri che arrivano in stazione a Porta Nuova sanno già, perché si sono informati su Google, che Porta Nuova è un luogo pericoloso e scendono dal treno con tutti gli effetti personali ben nascosti e ”blindati” per evitare scippi, furti o altro. La pericolosità della zona è ben nota in rete e non è un bel biglietto da visita per una città che vuole vivere di turismo. E pochi giorni, come aveva riportato la cronaca di Verona, era stato evidenziato l’allarme degrado e pericolosità anche per la centralissima piazza Bra tra accattoni molesti, ubriachi disturbatori, sbandati che dormono sotto i portici, sporcizia e via di questo passo. Ma Verona può dirsi ancora una città sicura? «Chiederò formalmente al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di valutare il ripristino della zona rossa non solo in stazione, ma anche in tutte le aree sensibili da cui è stata tolta. Questi strumenti, quando utilizzati, si sono dimostrati utili per prevenire episodi di degrado, violenza e pericolo. E’ compito delle istituzioni garantire la tranquillità dei cittadini e la vivibilità dei luoghi pubblici» conclude il parlamentare di Fdi Marco Padovani. Ma a questo punto vengono anche spontanee alcune domande. Ma Tommasi batte i pugni al Comitato ordine e sicurezza? Prefetto e Questura e Carabinieri cosa dicono delle zone rosse? Forse a questo punto non è più sufficiente chiamare in causa solo il Comune, perché si tratta di mettere in campo una convinta azione di contenimento di questa violenza che spesso resta impunita e continua a spadroneggiare in città. Risse, accoltellamenti, aggressioni fisiche a ex fidanzate, baby gang, quartieri ormai poco sicuri alla sera: questo è il quadro che emerge dai racconti sempre più frequenti dei veronesi. E non più sopportabile, né tantomeno si può chiedere ai veronesi di abituarsi perché va bene così. No, non va bene così.