Tutti in vasca per la “24 Ore del donatore” 351 volontari hanno percorso 160,5 chilometri per ricordare che il bisogno di sangue non si ferma mai

Ha fatto il pieno di solidarietà, la “24 ore del donatore”, la staffetta a nuoto organizzata dai donatori di sangue di Fidas Verona, in collaborazione con Fidas nazionale e Fidas Veneto.

Dalle 16 di sabato 30 agosto alle 16 di domenica 31 agosto, ogni 15 minuti alle Terme di Giunone di Caldiero (VR) si sono tuffati nella vasca Olimpionica ben 351 nuotatori provenienti da Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia. Si sono alternati in acqua con spirito di altruismo, così come ogni giorno i donatori in tutta Italia si danno il cambio per assicurare il fabbisogno di sangue e plasma agli ospedali. 

I partecipanti di questa XVII edizione della staffetta hanno completato 3.210 vasche, per un totale di 160,5 chilometri percorsi. In chiusura della manifestazione sono stati consegnati i premi a chi si è distinto in questi due giorni di sport e solidarietà. Il trofeo assoluto maschile è andato a Riccardo Passigato, con 21 vasche percorse in 15 minuti; quello femminile a Irene Bresadola, con 18 vasche. Il trofeo Fidas Verona è stato assegnato al donatore di Fidas Verona Enrico Bresadola, per le sue 23 vasche, mentre il trofeo Fidas Nazionale è stato vinto da Simone Zambon, di Fidas Padova, con 19 vasche. Il trofeo “Carletto Lanciai” è andato a Guido Grandis, nuotatore veronese con sindrome di Down ed ex malato di leucemia, che ha completato 15 vasche.

Sono state tante le istituzioni e gli atleti che nel fine settimana hanno voluto essere al fianco dei donatori Fidas per ricordare che non occorre essere dei supereroi per donare: basta godere di buona salute, avere più di 18 anni e pesare almeno 50 kg. A ribadirlo, scendendo in vasca, è stata la plurimedagliata campionessa azzurra di nuoto Barbara Pozzobon (Fiamme Oro), che anche quest’anno ha voluto partecipare all’ultimo quarto d’ora della manifestazione. Messaggio sposato anche dai Vigili del fuoco del Distaccamento di Caldiero, che hanno contribuito alle bracciate solidali all’apertura della staffetta, e dal giovane influencer veronese Marco Tommasi

Si sono congratulati con la sessantina di volontari, coordinati dal vicepresidente vicario di Fidas Verona Nicola Martelletto, diversi responsabili delle istituzioni. Per l’Amministrazione comunale di Caldiero, che ha patrocinato l’evento insieme alla Provincia, c’erano il sindaco Marcello Lovato e il vicesindaco Francesco Fasoli (quest’ultimo in acqua per il tuffo inaugurale), affiancati da Roberta Dal Colle, presidente dell’Azienda Terme di Giunone. 

Per la Regione Veneto, sono intervenuti la vicepresidente Elisa De Berti e i consiglieri regionali Anna Maria Bigon e Alberto Bozza, mentre per la Provincia di Verona era presente il consigliere Alberto Mazzurana. A rappresentare Fidas, c’era invece la consigliera nazionale Luisa Segato.  

«Anche quest’anno la “24 ore” ci ha dato modo di promuovere il dono del sangue con grande entusiasmo, per far arrivare a quante più persone possibili il messaggio dell’importanza di donare il sangue e il plasma – sottolinea Chiara Donadelli, presidente di Fidas Verona –. Ringraziamo i nostri volontari per l’impegno organizzativo e tutti i partecipanti che sono stati al nostro fianco, rendendo indimenticabile questa diciassettesima edizione. Durante la manifestazione sono state raccolte diverse promesse di donazione: invitiamo tutti a donare, è un piccolo-grande gesto di altruismo che fa la differenza».

A sostenere la manifestazione quest’anno c’era Fresenius Kabi, multinazionale specializzata in farmaci e tecnologie per infusione e trasfusione, con sedi a Verona e sul territorio nazionale. A entrare in acqua una dipendente dell’azienda, mentre a bordo vasca, a supportare i volontari, c’era Roberto Cena, Group Product Manager Transfusion Technology: «Nei mesi scorsi abbiamo avuto il piacere di ospitare Fidas Verona e i volontari dell’associazione nelle nostre sedi: è stata un’occasione preziosa per far conoscere al personale l’impegno e le attività portate avanti sul territorio. Da quell’incontro è nata una risposta significativa: molti dipendenti di Fresenius Kabi si sono preiscritti e altri hanno già avviato il percorso per diventare donatori – spiega –. La nostra azienda si occupa di tecnologie e dispositivi per la raccolta, il processo e la trasfusione del sangue: possiamo progettare e realizzare la “distribuzione del motore”, ma la “benzina” arriva dai donatori delle associazioni, che con la loro generosità ogni giorno aiutano migliaia di pazienti a superare momenti delicati. Questa consapevolezza ci ha spinti ad aderire con convinzione alla 24 ore del donatore e ha motivato anche i nostri collaboratori a fare la propria parte. Crediamo infatti che un’impresa non debba limitarsi al pur importante ruolo di generare lavoro, ma debba essere parte attiva e responsabile della comunità in cui opera».