Un percorso visivo dedicato all’acqua La mostra “Contemporaneo non-stop. Il respiro della natura” alla GAM di Verona

“Acqua, come luogo di vita sorgiva e purificante ma anche come elemento distruttivo e caotico” nelle parole di Patrizia Nuzzo, curatrice della mostra “Contemporaneo non-stop. Il respiro della natura/Aqua” recentemente conclusa alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Nel lungo periodo espositivo, gli spazi della GAM si sono aperti ad allestimenti focalizzati sulla relazione tra umanità e ambiente e, in particolare, sull’acqua, fattore naturale di grande interesse nelle arti visive per il significato simbolico che, da sempre, le viene attribuito. Le artiste e gli artisti, con diversi e originali punti di vista, hanno messo in scena un’esperienza emozionale creata per avvicinare, capire e apprezzare la preziosa risorsa naturale definita, per la sua importanza, “oro blu”. Nell’installazione “One thought fills immensity” di Jaume Plensa, per esempio, la materia si combina al suono e una goccia d’acqua cade ritmicamente su di un piatto metallico provocando un tintinnio musicale che diventa metafora di idee propagate nello spazio. L’artista utilizza supporti trasparenti per farci viaggiare nelle acque del sogno e del ricordo. Invece, nel video di Stefano Cagol, “Gezeitenkraft”, il pubblico viene condotto in una zona umida del nord Europa dove l’intervento umano prova a plasmare e domare paesaggio e acque. Sempre immersiva la proposta “Quaranta Ruggenti” di Daniele Girardi con un’installazione di sei pagaie in legno recuperate nei luoghi della memoria. Non distante, nelle tre tele “Moscovado” di Giovanni Frangi, l’acqua appare vitale e colorata mentre nel dittico di Patrizia Maïmouna Guerresi, “Il lago di sale”, le acque senegalesi (rese colorate da un pigmento prodotto dalle alghe) diventano, per la popolazione del luogo, misteriosamente magiche. E ancora, con “Bambini acquatici”, Maria Teresa Padovani indaga sull’origine dell’esistenza e sul destino ultimo degli esseri umani proponendo figure embrionali che vivono nel liquido. Sempre connesse idealmente all’acqua (ma anche alla guerra), le sei sculture “Teche Water&War” di Fabrizio Gazzarri ci parlano delle minacce che incombono sul nostro Pianeta. L’esperienza nel suo complesso, pensata per migliorare la sinergia tra pubblico e privato, ha proposto un nuovo modello di valorizzazione culturale e fruizione del patrimonio artistico utilizzando, per l’allestimento, sia le opere del museo, sia i contributi dei privati (“Galleria dello Scudo” e “Artericambi Gallery”).
L’originale format visivo ha analizzato, in tal modo, il primo dei quattro elementi naturali che, secondo antiche teorie, sono parte di ogni sostanza esistente nel microcosmo e nel macrocosmo. Dallo scambio dei quattro fattori naturali (acqua, terra, aria e fuoco) hanno origine le nascite, le morti e le trasformazioni. L’acqua, scelta per la proposta del GAM, ha nelle arti visive un forte significato emblematico. È l’elemento fluido per eccellenza, richiama lo stato liquido ed è fonte di fertilità ma anche, purtroppo, di forza distruttiva. La sua estrema adattabilità e ricettività le consente di cambiare prospettiva, di annullare le linee precise per prediligere l’indefinito e aggirare gli ostacoli che incontra lungo il suo cammino. Il richiamo all’acqua riporta a forme inusuali, capaci di rappresentare, attraverso materiali e colori, una narrazione visiva diversa.

Chiara Antonioli