Variante 29, parte la fase operativa Sindaco: “Strumento fondamentale anche per l’economia. Tutti i quartieri interessati”

Parte la fase operativa della Variante 29, quella che la porterà all’approvazione definitiva in giunta entro giugno. Questo è l’obiettivo dell’Amministrazione, che non ha mai nascosto di voler accelerare il più possibile il processo di rigenerazione complessiva del territorio urbano attraverso una nuova visione di città pubblica che, per la prima volta, pianifica una parte del tessuto già consolidato, quei 3 milioni e mezzo di metri quadrati di aree dismesse, che oggi si trova in stato di abbandono e degrado, aree inutilizzate ma con grandi potenzialità per il contesto in cui sono inserite. Ieri è stato approvato il documento riassuntivo della Variante 29, completo di tutti i numeri e in cui sono descritte le manifestazioni di interesse pervenute e i criteri di valutazione tecnico amministrativa applicati. Il documento sarà ora oggetto della concertazione pubblica con le categorie economiche e gli ordini professionali, passaggio previsto per legge per il recepimento di eventuali osservazioni.
La strada è comunque spianata, tanto che è già iniziato il dialogo con gli uffici regionali per velocizzare l’esame di tutte le schede e predisporre per tempo la documentazione necessaria. Sono arrivate proposte di ogni dimensione, da interventi di grande dimensione fino al piccolo fabbricato.
I numeri della Variante 29. Verona sud e la Croce Bianca sono le zone della città con il più alto numeri di manifestazioni presentate, tuttavia in linea generale si può dire che non c’è quartiere che non sia interessato dalla rigenerazione prevista con la Variante 29. Nel complesso sono 189 le proposte arrivate per le quattro tipologie inserite nel bando. La fetta maggiore, con 111 manifestazioni, è quella che prevede la riqualificazione urbana attraverso interventi localizzati in ambienti degradati, con possibilità di trasferimenti volumetrici nel rispetto del PAT, andando a lavorare all’interno di un’urbanizzazione consolidata. Si prevede infatti di riusare lo spazio, creando nuovi luoghi efficienti sotto tutti i punti di vista ambientali, con lo scopo di incentivare anche la socialità.
Per la seconda tipologia sono arrivate 12 proposte; qui, l’ambito di intervento è sulle aree soggette a degrado ambientale, quindi capannoni, magari di ambito agricolo o pericolosi per la salute pubblica, che si vogliono demolire, rinaturalizzare, prendere in credito edilizio spostando la volumetria in altre parti sempre all’interno del consolidato, dando così un giovamento all’ambiente. La terza prevede un riuso temporaneo di tre anni, prorogabile a cinque di edifici dismessi o inutilizzati, riattivando così i luoghi, creando nuovi posti di aggregazione, coinvolgendo risorse culturali e associative, per creare nuovi spazi di vita, lavoro, studio e svago. Gli edifici possono essere localizzati su tutto il territorio comunale, ad eccezione della zona agricola. Le proposte arrivate sono 5. Per la quarta tipologia, che riguarda invece la segnalazione di ambiti di degrado, sono 61 le manifestazioni pervenute.
A fare il punto della situazione è stato il sindaco Federico Sboarina insieme all’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala.