Verona conta (sempre) poco. Nomine: gode solo Elisa de Berti, fedelissima del “doge” L’assessore alle Infrastrutture è stata confermata e promossa da Zaia a sua vice. Delusi gli altri veronesi in lista (sulla carta) per l’altro posto nel governo regionale, chi doveva subentrare in Consiglio (eccetto il leghista Andreoli) e chi sperava nell’effetto domino all’interno delle municipalizzate. Intanto si attende ancora il presidente Agsm, VrMercato, la delega alla Sicurezza...

Verona, se si esclude la pre­si­den­za di Angelo To­­­­­mel­le­ri (ter­mi­­­nata nel­­l’a­­gosto del 1980), ha sem­pre con­tato po­­­co in Re­­gione. Ha a­vuto l’as­ses­sorato alla Sa­­ni­tà (Mar­­tini, To­si, Co­letto, que­st’ultimo poi an­dato al go­ver­no e in Um­bria) e qual­­cos’al­tro qua e là, al pari o forse meno di Ro­vi­go e Bel­lu­no. Sono Pa­do­va, Tre­viso e Ve­nezia a co­man­dare. E an­che Vi­cenza è più im­por­tan­te di Ve­rona: non è certo un caso che Ciam­bet­ti sia stato ri­confermato pre­si­den­te del parlamento di Pa­­lazzo Ferro Fini e che l’as­­sessore al La­voro e all’I­struzione Do­naz­zan sia in­toccabile. La Do­naz­zan ne­gli ultimi anni è riu­scita an­che a conquistarsi una di­screta ribalta nazio­na­le. Non c’è mondo fuori dall­e mura di Verona per­ché è il mondo, inteso come mon­do po­li­tico italiano, a non con­siderarla. Non crediamo che tutti ce l’ab­bia­no con Ve­ro­na. D’al­tronde perché do­vreb­bero? Pen­siamo piut­to­sto che siano stati il pro­vin­cia­li­smo, il timore, e la scar­­sa a­bilità me­dia­tica di chi l’ha gui­data finora (salvo rare eccezioni) a re­legarla al ruo­lo di periferia del­l’im­pero Ve­ne­to, figuriamoci italiano.

DE BERTI “DOGARESSA”

Non sorprende che l’unico as­­­ses­so­rato regio­na­le “vero­nese” sia sta­­to asse­gna­to nuo­va­men­te a Elisa Ber­ti, fedelissima di Luca Zaia, av­vocato, don­na pra­ti­ca del­la Bassa, un tempo sin­da­co di Isola Rizza. Gli altri due ve­­ronesi in corsa, sulla car­ta, e­rano l’ex assessore co­munale al­la Si­curezza Da­niele Polato e il pre­sidente di Acque Ve­ro­nesi Roberto Man­­­to­va­nelli, non candi­da­to alle regionai ma spon­­so­riz­za­to da Lo­­­ren­zo Fon­ta­na. Tra gli “staff” degli in­te­ressati si sus­se­guono te­le­fo­na­te per capire se nei pros­simi mesi Zaia potrebbe ri­pescarli. I­dem chi sperava di pren­dere il loro posto in Con­si­glio e nella munici­pa­liz­za­ta. E’ pro­babile – lo ha la­scia­to inten­dere lo stesso go­ver­natore – che una volta nor­ma­­lizzata la seconda ondata di Covid la squadra di go­verno regio­nale verrà im­­plementata.

“TROPPE PRESSIONI”

A Verona, si di­ce, spetta un al­tro posto. Dal­­la teoria alla pratica però ne passa. Zaia, pochi giorni prima di annun­ciare gli as­sessorati, aveva lanciato un messaggio chia­rissimo: qual­­­­­­cuno, questa la sintesi, stava facendo pres­sioni ec­ces­sive per acca­parrarsi l’am­­­bita poltrona. Richiesta di colloqui giorno e notte, “am­­basciatori”, strate­gie ben poco napoleoniche. E non è che la situazione non fos­­se nota. Il Do­ge ha ri­messo tutti al proprio posto limitando all’os­­so la com­po­sizione del­la sua squadra.

IL COMUNICATO

La Lega di Verona però gon­fia il petto ed esprime “gran­dissima sod­­disfazione per la nomina a vicepresidente del­la Re­gione Veneto del­l’as­ses­sore De Berti, carica pre­stigiosa e importante mai ottenuta pri­ma da un rap­presentante del territorio ve­ronese. La de­cisione del pre­­sidente Zaia, che ha ri­dotto la giunta a 8 com­ponenti di cui 7 leghisti sud­divisi in uno per ogni pro­vincia, è come lui stesso ha dichiarato ‘un bel se­gnale alla comunità vero­nese”, di fiducia e consi­de­razione, un investimento sul futuro sia a livello regionale che citta­dino, a dimostra­zio­ne del con­creto peso della Lega di Verona nel­l’attuale pano­rama Veneto”. Non c’è dub­bio che il Carr­occio, benché il primo par­tito in città sia diventato Fra­telli d’Italia, nell’assemblea veneziana continuerà a fare la parte del leone. La nota leghista ringrazia in modo partico­lare Fontana (com­mis­sario della Liga Veneta) e il go­vernatore. Poi una stoccata (agli alleati di Fdi?): “Cre­diamo che le po­lemiche ste­rili e le scioc­chez­ze lette in questi giorni di inizio legislatura non gio­vino né a Verona né al Ve­neto”. Nel frat­tem­po, a Ve­rona, Agsm attende da tre mesi la no­mina del pre­si­dente, l’as­ses­­sorato alla Si­curezza è vacante, quello al Dema­nio-Anti corruzione e Tra­spa­renza è dato da mesi in bi­lico, e altri ruoli strategici per la cit­tà attendono di es­se­­re oc­cu­pati. La ridda dei nomi è pressapoco sempre quel­la. Ciò che serve a Verona sono fat­ti. E invece sono tutti lì a ca­­pire chi an­drà dove, l’ef­fetto domino che si sca­te­ne­rà, assistentI e tira­piedi in cer­­ca di un posto al sole.