Volpati torna al “mercato del sabato” “Per andare al campo, passavamo in mezzo alle bancarelle, altro che allenamenti blindati”

Mai banale, intelligente, com’è sempre stato nella sua lunga storia di campione, nel calcio e poi nella vita. Domenico Volpati, simbolo del Verona, parla del futuro nuovo allenatore gialloblù Di Francesco e anche dei tecnici in generale. “Mi stupisce che ormai siano diventati più importanti dei giocatori ma voglio sapere quale allenatore riesce ad imporre i calciatori da comprare anche perché le società si muovono attraverso i procuratori. Juric al Verona ad esempio ha deciso di prendere certi giocatori dal Genoa che lui conosceva, ma poi credo non molti altri tra i tecnici”.
Che pensa dell’addio di Juric?
“Se restava a Verona aveva la gente dalla sua parte ma ha fatto di tutto per far ricredere certe persone, nel senso che quando c’è stato lo scontro con la società e con Setti sul fatto che lui non era stato chiamato dal presidente per parlare del suo futuro, lo stesso Setti gli ha ricordato che c’era un contratto fino al 2023. Ha voluto andar via per un contratto migliore. Voglio vedere se avrà ragione lui e l’ambiente del Toro gli darà credito”.
E Di Francesco?
“Persona seria, ho una buona impressione. Quest’anno è stato sfortunato, non so cosa sia successo al Cagliari perchè la squadra pareva competitiva e non meritava quella posizione”.
Un giudizio sul calcio di oggi?
“Posso dire la mia? Mi sembra un altro sport, rispetto al mio. Il Var, gli allenatori con uno staff di otto persone, i match analyst, i droni per spiare gli allenamenti, gli allenamenti a porte chiuse… Noi ci allenavamo il sabato mattina all’antistadio e uscivamo per andare al campo, in mezzo alle bancarelle. E magari trovavi il tifoso che aveva appena comprato il pesce, che ti fermava per un autografo, per chiederti un parere, per una pacca sulla spalla. Te l’immagini oggi, un calcio come questo? No, credimi, questo, rispetto al nostro, è un’altra cosa. E io non farei cambio, per niente al mondo…”