Zaia: “Lasciateceli comprare!”. 27 milioni di vaccini pronti Le dosi servirebbero a immunizzare mezza Italia. Assurdo perdere l’occasione

Potremmo procedere come Israele, alla velocità della luce. Il Veneto entro fine primavera potrebbe essere il primo territorio Covid free d’Europa. Del mondo, togliendo la prodigiosa corsa di I­sraele, dicevamo, degli Usa e di alcuni Stati Arabi. Il Veneto ha ricevuto due proposte per l’acquisto dei vaccini: il primo lotto è da 12 milioni di dosi e il secondo da 15. Si­gnifi­chereb­be immunizzare 13 mi­lioni e mezzo di persone, qua­si 3 volte la popolazione regionale, e dunque avanzerebbero u­na caterva di dosi da di­stribuire in tutta Italia. Come sempre accade in Italia però manca l’autorizzazione. “Ab­biamo scritto all’Aifa”, ha spiegato il governatore Luca Zaia, “e ci ha risposto dopo 10 giorni dicendo di parlare col commissario Domenico Arcuri. Lo faremo. C’è un comunicato della Commissione Ue che dice che è possibile acquistare vaccini per il proprio territorio”, ha evidenziato il presidente del Veneto, “abbiamo offerte tramite intermediari sul territorio europeo, su vaccini autorizzati da Ema. L’ambito delle trattative è questo”. Quanto al rischio di una ‘guerra tra regioni’, per Zaia.

“se la colpa è quella di cercare vaccini su canali ufficiali e con carte a disposizione anche del commissario, piu’ di essere trasparenti cosiì non so. Abbiamo costi uguali o inferiori a quelli di negoziazione. Io non ho mai incontrato nes­­suno”. Zaia ha ricordato che la Regione investe “un mi­liardo in farmaci che non tutte le aziende vendono direttamente. Su mascherine, respiratori, gli intermediari non so­no robe losche, Arcuri ha nomi e cognomi. Non è mercato nero”. E ancora: “Il dottor Lu­ciano Flor, direttore generale della sanità veneta, ha incontrato i mediatori. Io non ho in­contrato nessuno. Sappiate che tutti comprano vaccini. Co­me mai Israele ha vaccinato tutti? Come mai in Gran Bre­tagna non c’è un problema di vaccini? Il mondo è più gran­de dell’Europa. Non credo che le aziende stiano vendendo solo gli Stati membri. Ora il Veneto scriverà al commissario Arcuri, la lettera è pronta: se arriva l’ok, il Veneto è pronto a comprare diversi milioni di vaccini. In realtà ab­biamo scoperto un canale di vendita di cui possono beneficiare anche altri in Italia. Co­me per ma­scherine, siringhe ecc c’è sempre stata una mu­tualità tra Re­gioni. A noi 12 milioni di vaccini non servono”. Una stoccata al professor Andrea Crisanti: “Di­ce che è immorale comprare l’acquisto di vaccini in autonomia da parte delle Regioni? Ho letto. Allora è stato immorale anche comprare con intermediari an­che i ventilatori, an­che una mac­china per Crisanti quando i veneti non avevano tamponi disponibili”. Il tema dei potenziali acquisti del vaccino è stato affrontato in conferenza stampa anche dal dottor Flor: “Il punto di partenza è che oggi non ne abbiamo. Tutte le dosi disponibili ci servono per i ri­chiami. Non abbiamo comunicazioni dalla Sanità di maggiori disponibilità di vaccini per il prossimo mese. Per questa ragione ci siamo mossi nei giorni scorsi. Ci sono arrivate delle offerte: il 3 febbraio ci siamo chiesti: possiamo come Regione occuparci di vaccini, possiamo fare un approfondimento? Per questo abbiamo fatto domanda ad Aifa. A chi ci ha fatto l’offerta abbiamo chiesto: che vaccini avete? Vogliamo saperne di più, costi, tempi, quantità, modalità di verifica, modalità di consegna ecc. Tra l’altro, da questi enti che si sono offerti da intermediari a­vevamo in precedenza a­cquistato mascherine. Rispetto a venerdì scorso, Aifa dice che l’autorizzazione a negoziare spetta al commisario del governo e non a noi.

Questo è quanto. Dov’è l’immoralità? Me lo dite, do­v’è? L’alternativa è non fare nulla. La nostra colpa è rendere pubblico ciò che stiamo facendo senza tenere nascosto nulla. Ci sono soltanto al­cuni dettagli che restano co­perti per un patto di riservatezza fatto con questi intermediari, per altro del tutto normale in questo tipo di situazioni”. Torniamo a Zaia. Il governatore ha fatto il punto anche sul blocco agli impianti sciistici. “Sia chiaro che il senso di re­sponsabilità i veneti ce l’hanno nel midollo spinale, prima viene la salute. Perè è raccapricciante e imbarazzante l’ordinanza sullo sci emanata 4 ore prima della possibilità di riaprire. Avremmo potuto anche fa­re un ‘debloccage’ notturno, vi­sto che abbiamo le piste illuminate. In via prudienziale ho fatto un’ordinanza di riapertura dal 17 proprio perché attenti al tema della salute, in accordo con gli operatori, abbiamo deciso di saltare il tempo di car­nevale. Non ci sia qualcuno che dice che la riapertura era un’occasione per arraffare, lo fanno semplicemente per dare un segnale. Per loro è una stagione e mezza chiusa”. Chiara anche la presa di posizione sul tema lockdown: “Non possiamo assistere a di­battiti a latere su questioni che hanno valore giuridico. Se la questione è la variante inglese – ha aggiunto Zaia – dico che ce qui in Veneto ce l’avevamo gia’ a Natale. Lo avevo annunciato il 26 dicembre e ci era stato detto che era una scusa per la tragedia che stavamo vivendo. Ora si dice che è altamente contagiosa e manda in tilt i sistemi sanitari. Il 24 di­ce­mbre non era vero?”.