La politica da cambiare. Ecco la politica che non piace alla gente E’ quella fatta nei salotti, “misurando” le foto e incollando etichette: così non va...

Noi ci mettiamo la faccia, tutti i giorni. La faccia, l’impegno, la passione. Il coraggio di esprimere le proprie opinioni, di “leggere” quello che succede, senza la pretesa, o la presunzione, di avere in tasca la verità.
Ci mettiamo la firma, sulle cose che facciamo, senza nasconderci dietro whatsapp, chat, e compagnia bella. Veniamo da un’altra generazione e non abbiamo niente da nascondere.
Sarebbe bello che anche una certa politica, facesse altrettanto. Ci mettesse la faccia. Invece, scopriamo giorno dopo giorno, una politica che scappa, facce nascoste, chiuse (a volte) nei salotti, dove è facile parlare, da seduti…
Comoda, la vita. No, non è questa la politica che ci piace. C’è gente che passa ore, probabilmente, a guardare se è più grande la foto di Sboarina o quella di Tosi. Quante righe abbiamo dedicato a Gasparato, quante volte abbiamo dato spazio a Bertucco.
No, così non funziona e lo diciamo chiaro. Non funziona la politica fatta di invidia, rancori, pettegolezzi. Per quella, per favore, fate altre telefonate, vi diamo altri numeri, vi ascolteranno (forse) volentieri.
Non ci piace, questo alimentare gossip senza senso, dietrologie da strapazzo, fingendosi impegnati e coinvolti, onesti e aperti al dialogo. Salvo poi, “tirar la giacca” a ogni foto di Casali, oppure a dieci righe sulla Rotta. Scusate, ma non funziona così e, se qualcuno l’ha pensato, l’ha fatto male.
Questa è la politica (politica?) che non ci piace, anzi, quella che non piace alla gente. Quella che, probabilmente, ha fatto male alla città e continuerà a farlo, se le cose non cambieranno.
Noi non pensiamo di avere la verità, anzi, siamo sicuri di non averla. Ma per inseguirla, a fatica, ci proviamo tutti i giorni, come deve fare un giornale serio. Credibile. Autorevole. Onesto intellettualmente. Dove c’è spazio per tutti e dove tutti (alzi la mano chi può dire di no) hanno trovato spazio. Dove possiamo anche sbagliare, qualche volta, ma (se succede) succede in buonafede. Dove non ci sono idee precostituite, posizioni preconcette.
Noi non abbiamo padrini o padroni, se non la nostra coscienza. I nostri lettori. Un giornale dove l’Editore non ha mai “tirato la giacca” per raccomandarci questo o quello. Dove ci si guarda in faccia senza abbassare gli occhi.
Beh, l’avrete capito, questa politica ci ha stufato e preferiamo dirlo subito, senza aspettare che cambi. Perchè, purtroppo,è difficile che cambi e non siamo pessimisti, è solo sano realismo. E perchè, almeno questo pensiamo (ma attendiamo smentite… ), è bellissimo starsene seduti e giudicare, dando di gomito al vicino.
Tra un Whatsapp e l’altro, penso di aver capito tutto, ho già giudicato, già fatte le mie categorie. Poi, magari, metto pure su facebook, che è sempre molto chic. E mi sento pure giovane.
No, con noi non funziona e ci teniamo a dirlo adesso, quando la campagna elettorale è all’inizio e chissà cosa succederà quando entrerà davvero nel vivo.
Giochiamo a carte scoperte, noi. E continueremo a farlo, questo è sicuro. E se pensiamo sia giusto pubblicare una foto di Tosi (o di Sboarina, o di chi volete…), lo faremo. E se pensiamo che Tacchella amministri bene l’Amia lo diremo. E se riteniamo che Bricolo dica cose interessanti, lo faremo. Perchè è così che deve fare un giornale serio. Perchè è così che abbiamo sempre fatto, anche se chi vive nei salotti, magari, non se n’è accorto.
Pazienza. Noi abbiamo una faccia sola e ci teniamo pure. Non pretendiamo di essere i migliori, vorremmo essere diversi. Chissà se il popolo del “whatsapp” lo ha capito. Ma se non ce la fa, non è un problema nostro…(R.Tom.)