Agsm, centrali a singhiozzo. Poca acqua negli invasi e nei fiumi: energia a rischio L’impianto di Ala lavora a mezzo servizio. L’idroelettrico è in sofferenza. Il presidente Testa: “Dobbiamo intervenire anche utilizzando il gas’’. Salvini al Tg1: “Presto una cabina di regia al Ministero per la gestione dell’emergenza acqua’’

La grave siccità che sta colpendo il Nord Italia e in particolare il Trentino e la Pianura padana sta mettendo in difficoltà anche la produzione di energia: come anticipato ieri sulla Cronaca di Verona, gli invasi in Trentino sono solo al 16% e utilizzare l’idroelettrico non sarà facile se i livelli resteranno così bassi. In Agsm si stanno preparando a far fronte con strategie alternative, il che significa subentrare con il gas per produrre energia laddove l’idroelettrico non dovesse bastare. Quindi, maggiori consumi di una fonte primaria e pregiata che ha già costi alti e potrebbe diventare ancora più cara. Il presidente di Agsm Aim Federico Testa rivela che “proprio l’altro giorno in consiglio di amministrazione ho riferito dell’incontro avuto a Roma al Ministero dell’Ambiente: la preoccupazione per la siccità e la capacità produttiva di energia a livello nazionale c’è, è concreta”. E spiega perché: “La modulazione dell’erogazione dell’energia avviene con l’idroelettrico; se c’è necessità di un maggiore fabbisogno e di affrontare picchi di richieste, si dovrà utilizzare il gas. Se questo avverrà a livello nazionale, comporterà un aumento dei consumi e quindi dei prezzi che già sono alti”. Non solo, l’Adige al pari del Po, ha una portata molto ridotta, stimata al di sotto del 35% rispetto alla media del periodo. Questo incide sulla possibilità di utilizzare le centrali a gas perché sono raffreddate con l’acqua del fiume; l’acqua che esce dall’impianto dopo la fase di raffreddamento è ovviamente riscaldata e non può essere reimmessa nel fiume se la portata è scarsa perché si avrebbe una forte alterazione dell’ecosistema acquatico: il cosiddetto inquinamento termico. Pertanto la grave siccità attuale comporta sia il funzionamento a singhiozzo delle centrali idroelettriche sia il depotenziamento delle centrali a gas. Nel primo caso, la centrale di Agsm ad Ala in Trentino, sta lavorando a singhiozzo, secondo quanto riferisce Agsm, vale a dire a metà della potenza (pari a 40 megawatt) e si sta riducendo anche la potenza produttiva di altre due centrali, quella di Tombetta e quella della diga del Chievo. Le compensazioni avvengono utilizzando la centrale termoelettrica di Ponti sul Mincio che funziona a gas, come spiegato dal presidente Testa, sempre che la portata del Mincio resti sufficiente considerato il bassissimo livello raggiunto dal lago di Garda dal quale il Mincio nasce. L’energia prodotta con l’idroelettrico è la terza voce nell’agenda di Agsm; al primo posto ci sono il termoelettrico e la cogenerazione; eolico e solare sono ancora in fase di crescita.E con la prospettiva, come scrivevamo ieri, di zero precipitazioni, Verona è sempre più stretta nella morsa della siccità. Per questo proprio ieri a Verona in Fiera, il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini ha anticipato al Tg1: “Dovrebbe arrivare la prossima settimana in Consiglio dei ministri il decreto acqua per aiutare l’Italia, gli agricoltori e gli imprenditori ad affrontare un periodo di siccità che si intravvede “e come ministero coordineremo una cabina di regia per dare impulso a dighe, invasi, laghi, bonifiche”. (mb)