Draghi apre ai giovani la porta sul futuro “Sono pronti a costruire un Paese capace di realizzare i loro sogni: dobbiamo esserci”

Il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi al Parlamento è la risposta che i giovani italiani, i più colpiti insieme alle donne dalla crisi sociale ed economica causata dalla pandemia, attendevano da tempo. Il richiamo alla responsabilità che, nell’immediato dopoguerra, le generazioni passate ebbero nel compiere scelte decisive per le generazioni future, è un messaggio di grande speranza, una mano tesa verso le giovani generazioni affinché tornino ad avere fiducia nelle istituzioni.

Questa crisi ha stravolto le vite di ognuno di noi. I numeri relativi alle vittime, alle terapie intensive, ai malati, i dati sul calo dell’occupazione, soprattutto di giovani e donne, l’indice di povertà in preoccupante aumento, sono lo scenario con il quale la pandemia ci costringe a fare i conti quotidianamente.

In tal senso, i frequenti richiami del presidente Draghi al futuro ci ricordano che l’obiettivo prioritario, oggi, è avviare un percorso di riforme con la prospettiva del domani. Ed è importante, in tal senso, l’intenzione del nuovo governo di investire con decisioni di qualità, in istruzione, formazione e lavoro, nello sviluppo di nuove competenze che rispondano agli standard qualitativi richiesti dall’Ue, nella formazione del personale docente perché le scelte che faremo oggi condizioneranno inevitabilmente il futuro delle prossime generazioni.

Lo scenario attuale, infatti, ci pone dinanzi a un urgente problema di equità intergenerazionale, che le stesse Istituzioni europee considerano una priorità alla base dei Piani nazionali di ricostruzione. È necessario, per questo, che la voce delle giovani generazioni sia ascoltata in modo sistematico, poiché la sfida che abbiamo dinanzi è quella di costruire le basi per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Ed è per questo che dobbiamo, insieme, rispondere, con responsabilità e coraggio, all’appello del presidente Draghi a non far mancare il nostro contributo nell’avviare una “nuova ricostruzione”.

La lungimiranza di cui ha parlato il presidente Draghi, non limitando la programmazione europea al termine del 2026 ma volgendo lo sguardo fino agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’Agenda 2030 e al traguardo del 2050 in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di CO2, restituisce alle giovani generazioni nuove certezze.
I giovani sono, infatti, pronti a costruire “un Paese capace di realizzare i loro sogni”. Un primo passo in questa direzione non può non essere una revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occasione unica per superare l’egoismo generazionale degli ultimi decenni, dedicando un pilastro unico alle politiche giovanili con risorse adeguate che consentano di scongiurare ulteriori sprechi a danno delle prossime generazioni e di puntare sul loro capitale umano per ridurre finalmente le ingiustizie generazionali che ancora caratterizzano il nostro Paese.