Eros Poli, l’eroe del Ventoux fa il ciclista enogastronomo "Accompagno turisti in giro per il mondo: pedalo col sorriso"

A che età si concluse la sua esperienza da professionista?
“Divenni un professionista all’età di 28 anni, ma all’età di 36 anni, misi un punto alla mia avventura”.

Dopo la conclusione del suo percorso da ciclista, quali furono le sue prime idee?
“Decisi di aprire una mia attività, ovvero la gestione di un Bar in centro a Verona, in Piazza Erbe, per 7 anni. L’ esperienza al bar è stata faticosa, ma, nonostante ciò, mi tolsi numerose soddisfazioni. Iniziai ad entrare veramente in contatto con le persone, con i clienti, cosa che da ciclista, se non attraverso la firma di qualche autografo, non conosci. Comunque ci tengo a sottolineare che potevo stare anche dieci ore in piedi dietro al bancone, piuttosto di sedermi per pagare le bollette, sfogliare le fatture e le ricevute. Che mal di testa!”

Come mai optò per la cessione dell’attività?
“Il Bar mi rese felice, però il guadagno era minimo. D’altro canto le spese e i costi di gestione aumentavano sempre di più. Tramite degli amici, iniziai a lavorare per una compagnia assicurativa, l’Itas.

E continuò parallelamente a seguire il mondo del ciclismo?
“Assolutamente sì, mi dedicai per 7 anni a un ruolo di accoglienza al Tour de France. Fortunatamente parlo molto bene il francese e l’inglese, quindi ebbi a che fare con molti clienti, tra cui numerosi vip americani. Qui scoprii il piacere di andare in bicicletta divertendomi, senza restrizioni alimentari. Sostituire gli integratori con il prosecco non è stato così male.

E qui ritorna il Mont Ventoux..
Esattamente, quello del 2005 fu un viaggio di svolta per il mio futuro: portai una quarantina di amici di Verona alla scoperta del Mont Ventoux e tutti rimasero piacevolmente colpiti da questa escursione. Da lì è cambiato tutto. Ora ho a che fare con clienti del mondo della finanza, con il direttore degli ingegneri di Apple e ho pedalato con Dennis Quaid: sono soddisfazioni.

Ora come si definirebbe Eros Poli?
“Mi definirei un ciclista enogastronomo e cerco di impersonificare la filosofia “InGamba”.

Ci racconti del mondo “InGamba”
“Si tratta di tour in bici d’élite, effettuiamo dei giri spettacolari che spaziano tra le bellezze naturali italiane e non solo. Io sono una delle guide. Si tratta di viaggi costosi, vacanze uniche che uniscono la passione per la bicicletta a quella del buon cibo, alla degustazione di vini e a strutture speciali. Questo è il mio lavoro”.

Quali sono gli obiettivi che si è prefissato in questo nuovo lavoro?
“Abbiamo prevalentemente clienti americani, canadesi e australiani e il mio scopo è quello di far scoprire a tutti loro il connubio tra la pedalata e la passione per il buon cibo e il vino. Amo trasmettere la cultura italiana a coloro che possono solo immaginarla. Che servizio offrite ad un cliente che decide di partecipare ad un vostro tour? Noi offriamo un servizio completo al cliente, anche perché, come ribadivo in precedenza, i costi per partecipare a questi tour sono elevati e vogliamo coccolarli il più possibile. Il cliente si rilassa e si lascia andare, pedalando accanto a degli ex professionisti come il sottoscritto, Manuel Cardoso e Bruno Pires. Inoltre abbiamo al nostro fianco un equipe di esperti massaggiatori con esperienze in squadre professioniste. Le biciclette sono top di gamma, Pinarello, i clienti possono lavare e asciugare la propria biancheria, abbiamo sempre delle macchine che ci seguono in caso di forature lungo il percorso, il tracciato giornaliero è sempre segnalato, puliamo e lucidiamo le biciclette a fine giornata, forniamo delle barrette energetiche e ci sono delle tappe predefinite in cui possiamo dissetarci tutti assieme con bevande fresche. I nostri clienti si sentono dei veri e propri professionisti.
Ci racconti quali sono le sue tappe preferite
Verona è sempre Verona, con le meraviglie della Valpolicella e i percorsi sul lago di Garda, ma adoro anche il Portogallo (sud e nord) e la Toscana. Inoltre ci tengo ad annoverare Palma de Mallorca, il Colorado, il tratto da San Francisco a Santa Barbara, l’Argentina, la Provenza e le nostre Sicilia, Puglia e Sardegna.
Possiamo dire che il cliente diventa una sorta di amico?
Assolutamente si, stando insieme più giorni ci si confida molto, ci si scambia pareri su molteplici ambiti. Il cliente diventa quasi un familiare, poiché condividiamo pranzi, aperitivi, cene e fantastiche pedalate. Proprio per questo motivo abbiamo gruppi non troppo numerosi e tre diversi livelli di difficoltà a seconda della frequenza di pedalata. Nel 2019 abbiamo raggiunto 450 clienti, che sarebbero dovuti aumentare ulteriormente nel 2020, ma, a causa del CoronaVirus, tutto ha subito un rallentamento. A sua moglie e alle sue due figlie piace andare in bicicletta? Diciamo che le mie due figlie non hanno un rapporto idilliaco con la bicicletta, questo perché quando erano piccole le portavo spesso con me a fare delle pedalate, ma cademmo in un paio di occasioni. Discorso diverso per quanto concerne mia moglie, infatti, da quando sono rientrato in pianta stabile a casa, ci dilettiamo assieme in lunghe pedalate.

Diego De Angelis