“Il filobus arriva nel 2026 ?” Sindaco, ma chi ci crede più? Traguardi incalza Sboarina: "15 anni per realizzare l'opera?". Così il Pd: "Il fallimento più completo: e i contributi sono a rischio"

Il tema è scottante, nè le ultime scelte amministrative aiutano a districarsi nel mare di incertezze. Filobus, quale futuro?
“Il Sindaco ha annunciato ancora una volta modifiche al progetto filobus ed un ulteriore rinvio della conclusione dei lavori, senza intoppi, al 2026, se così fosse, tra approvazione iniziale e conclusione definitiva di tutta l’opera filobus saranno passati più di 15 anni, è questa la durata media per realizzare una grande opera infrastrutturale a Verona?”, esordisce Tommaso Ferrari consigliere comunale del Movimento Civico Traguardi.

“Un nuovo progetto che prevede 30 milioni di euro di costi in più, con mezzi ancora più ingombranti dei precedenti, senza innovazioni e senza un ampliamento dei percorsi preesistenti. Ci sembra che Sboarina stia facendo lo stesso gioco del suo predecessore Tosi, ideatore di questo filobus, rimandando alla prossima amministrazione la grana di gestire il filobus, sempre più un flagello per i veronesi”, rincara la dose Giacomo Cona, segretario di Traguardi.
“Sboarina farebbe invece meglio a concentrarsi a risolvere la contesa con le imprese appaltatrici e far chiudere e completare i cantieri che, giorno dopo giorno rendono sempre peggiore la situazione nei quartieri, che stanno subendo disagi non di poco conto”, continua Cona, “l’amministrazione deve assolutamente risolvere la questione aperta il prima possibile”.
“Arrivati a questo punto, dovranno essere altri a dedicarsi al progetto per un nuovo mezzo di trasporto pubblico, necessario per Verona. Questa amministrazione ha ormai perso totalmente la credibilità, continuando a rimandare continuamente la questione, e la nota più drammatica è il perdurare di una totale mancanza di considerazione nei confronti dei quartieri periferici, dove i residenti sono le vere vittime di tutta la vicenda filobus”, conclude Ferrari.

Così il PD: “Il fallimento più completo: e i contributi sono a rischio”

“Il blocco della realizzazione del filobus è il più grande e grave fallimento dell’Amministrazione Sboarina e di Verona dal dopoguerra. Un’onta indelebile che ha danneggiato concretamente le prospettive di sviluppo della città”, aveva osservato qualche settimana fa il senatore D’Arienzo, che aveva presentato una nota assieme al consigliere comunale Benini.

“Non essere riusciti a garantire a Verona un mezzo del trasporto rapido e di massa è un pessimo segnale anche per il buon nome della città. Una vera medaglia nera!

Eppure, i cattivi presagi erano noti. Nel 2018 in sede di richiesta dell’ultima modifica dell’Accordo procedimentale con la quale AMT ha chiesto l’autorizzazione su diverse varianti al progetto iniziale, erano più che conosciute le criticità che non avrebbero consentito all’infrastruttura di essere in esercizio entro il 31 gennaio 2022, data fissata e accettata per la fine dei lavori.
Anzi, neanche un lamento si levò quando il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti chiese che quella data fosse “termine ultimo”. Un termine imperativo, come imperativa era la richiesta di assicurare al CIPE flussi costanti di informazioni per garantire il monitoraggio degli investimenti pubblici.

Adesso, il rischio più concreto è quello di perdere il finanziamento statale di 85.651.280,53 euro, altro fallimento di Sboarina”.