Il valore artistico dei film ora alla prova del mercato “Povere Crature!” di Lanthimos si è aggiudicato il Leone d’Oro

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2023 FESTIVAL

Si spengono le luci su questa 80ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e con essa si esauriscono anche i pronostici sui tanto ambiti premi, assegnati alle migliori opere presentate in concorso durante una sfarzosa cerimonia di premiazione tenutasi nella serata del 9 settembre.
Tra l’assenza di grandi star e una selezione complessivamente più povera rispetto al passato, è stata di certo un’edizione insolita, durante la quale ci si è voluti concentrare maggiormente sul valore artistico e sociale del cinema, animando un dibattito nuovo sul futuro che si prepara per il mercato della settima arte nei prossimi anni. Un futuro ravvivato da opere come Povere creature! del greco Yorgos Lanthimos, che in accordo con le aspettative di tutta la critica si è aggiudicato il Leone d’Oro raccontando con arguzia e anti-convenzionalità la storia di scoperta e crescita di Bella Baxter, una sorta di Frankenstein femminista ante litteram. Adattamento dell’omonimo romanzo del 1992 scritto da Alasdair Gray, il film «è sicuramente difficile da descrivere. Ho dovuto cambiare in molti punti la struttura del romanzo […] e puntare più sul punto di vista di Emma (Stone), sul suo viaggio nel mondo», ha precisato Lanthimos. «Credo sia un tema molto contemporaneo perché si parla di libertà, del ruolo della donna e ovviamente della relazione tra i sessi. […] Emma interpreta una mente libera che sperimenta sempre».
Sperimentazione e coraggio hanno poi caratterizzato l’assegnazione di altri premi importanti, come la Coppa Volpi alla miglior interpretazione femminile, vinta dalla giovane e semi-sconosciuta Cailee Spaeny per la sua prova nei panni di Priscilla Presley in Priscilla, biopic di Sofia Coppola sulla travagliata storia d’amore tra la giovane, allora solo quindicenne, e il già noto Elvis Presley. Se ci sembra davvero meritata l’attribuzione della Coppa Volpi maschile al bravissimo Peter Sarsgaard per la sua bellissima interpretazione a fianco a Jessica Chastain in Memory, di Michel Franco, una soddisfazione tutta italiana è il Leone d’Argento per la miglior regia, assegnato a Matteo Garrone per il grande lavoro fatto con Io Capitano, commovente storia di immigrazione nella quale le ideologie politiche lasciano il passo a una vicenda umana piena di coraggio e desiderio di libertà; ancora vincitore per il film di Garrone anche il giovane protagonista Seydou Sarr con il premio Marcello Mastroianni come attore emergente. L’horror satiro-parodico El conde di Pablo Larraìn vince poi un immeritato riconoscimento con il premio alla miglior sceneggiatura, mentre il Leone d’Oro del nostro cuore, Green Border di Agnieszka Holland, si aggiudica il Premio Speciale della Giuria: un film di finzione girato con l’anima di un documentario e con la voglia di raccontare in maniera cruda e diretta le violenze cui i profughi medio-orientali vengono sottoposti nel tentativo di oltrepassare il confine tra Bielorussia e Polonia.
L’obiettivo di tale impresa? Costruirsi una vita degna di tale nome in un’Europa democraticissima eppure ancora cieca rispetto al tema dei diritti umani.
Maria Letizia Cilea