Le geniali creazioni di Scarpa. E’ una mostra da non perdere Vetri e disegni dell’artista veneziano esposte fino a marzo

Verona ospita una mostra dedicata ai vetri e disegni nati dal connubio tra l’artista e architetto veneziano Carlo Scarpa (1906-1978) e la vetreria muranese M.V.M. Cappellin & C.
“Carlo Scarpa: Vetri e Disegni 1925-1931” è stata aperta al pubblico, presso il Museo di Castelvecchio, lo scorso 23 novembre e sarà visitabile fino al 29 marzo 2021.
Il progetto consiste nell’esposizioni di 69 vetri artistici creati tra il 1928 e il 1931. Ad essi sono collegati 53 disegni, realizzati tra il 1925 e il 1931, alcuni raffiguranti delle opere esposte all’interno della mostra stessa. Ad accompagnare il tutto vi sono anche 23 foto d’epoca provenienti dalla raccolta grafica e fotografica della M.V.M. Cappellin.
L’esposizione è stata curata da Marino Barovier, esperto di arte vetraria muranese e Alba Di Lieto e Ketty Bertolaso della direzione dei Civici Musei del Comune di Verona.
La mostra si pone come continuazione della precedente progetto, “La vetreria M.V.M. Cappellin e il giovane Carlo Scarpa 1925-1931”, tenutosi tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 presso l’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Come quest’ultima, infatti, celebra un lato meno noto di Scarpa, rinomato soprattutto per i suoi interventi architettonici, ossia la sua passione per l’arte vetraria. Un mondo a cui si accosta all’inizio della sua carriera, diventando nel 1926 direttore artistico della vetreria Cappellin.
La scelta della Sala Boggian per l’allestimento è di gran impatto visivo.
Il visitatore vi accede dall’alto, attraverso una scalinata, ottenendo una visione panoramica sull’intera stanza e venendo immediatamente colpito dalla sfavillante vivacità dei vetri multicolore. Si è subito catturati, quindi, dalle opere esposte. Ciò è aiutato anche da due ulteriori caratteristiche dell’allestimento. Il primo è la sua generale semplicità che porta all’eliminazione di qualsiasi elemento di distrazione e crea una quasi totale attenzione nei confronti delle opere esposte.
Il secondo è l’accorto uso dell’illuminazione.
La stanza, completamente priva di finestre, è illuminata solamente da luci artificiali direttamene rivolte verso gli elementi esposti. Due file di lampadine sono puntate sui disegni addossati sui due lati lunghi, mentre piccole luci rischiarano, dall’interno, le teche contenenti i vetri artistici nel centro della stanza.
L’essenzialità dell’allestimento si sposa brillantemente anche con il materiale esposto.
I vetri di Scarpa sono caratterizzati da forme lineari, eleganti e pulite e sono opere essenziali anche dal punto di vista decorativo, spoglie o ornate solo da semplici trame geometriche. Si richiamano alle avanguardie artistiche di primo novecento.

Giorgia Silvestri