Non era Paolo Rossi, era “soltanto” Scaini Era il “gigante buono”. Giocò nel Verona, morì dopo un’operazione al ginocchio

Siamo nel gennaio 1983 e Scaini è un ventisettenne calciatore del Lanerossi Vicenza. Il 16 gennaio gioca al Menti contro il Trento la sua ultima partita. In seguito a uno scontro fortuito, si fa male nuovamente male al ginocchio sinistro ed esce dal campo con le lacrime agli occhi: era l’ennesimo stop dopo il pesante infortunio al ginocchio avuto l’anno precedente. Il 21 gennaio viene sottoposto ad un intervento chirurgico presso la rinomata clinica privata “Villa Bianca” a Roma. Circa un’ora dopo l’operazione Enzo muore per una grave insufficienza cardiaca.

TUTTI ASSOLTI. L’inchiesta giudiziaria dopo 5 anni si conclude con l’assoluzione di tutti gli imputati e senza far luce sulle cause del decesso di Scaini. “Purtroppo non era Paolo Rossi” fu la spiegazione che l’allora presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori), Sergio Campana, diede a Rossella, la moglie del giovane calciatore, quando lei si lamentava del silenzio mediatico e della lunghezza delle indagini. “Non ero Paolo Rossi” diventa anche il titolo del libro (Edizioni Eraclea) nel quale i giornalisti Giampiero De Andreis ed Emanuele Gatto ripercorrono i fatti che portarono alla scomparsa del centrocampista e a 35 anni di distanza svelano i retroscena di un caso che, dopo aver inizialmente occupato le prime pagine dei giornali, è finito nel dimenticatoio.

DIMENTICATO. In occasione della morte del capitano della Fiorentina Davide Astori la stampa ha menzionato numerosi casi simili avvenuti in passato, da Renato Curi a Giuliano Taccola, fino a Piermario Morosini e a Marc-Vivien Foé. Ma neanche in questa circostanza il calcio si è ricordato di Scaini. Il racconto di Gatto e De Andreis comprende pure la storia personale e agonistica di Scaini, particolarmente amato dai tifosi per il temperamento da combattente, la potenza del tiro da fuori area, la sua capacità di sradicare il pallone dai piedi degli avversari. Un gigante nel fisico, soprannominato ‘Scaio’. Nato in Friuli e cresciuto calcisticamente nel Torino, Scaini ha militato in molte squadre (Monza, Campobasso, Verona, Perugia e Vicenza le più importanti).

DROPERIDOLO. Gli autori del libro mettono in evidenza le lacune, le testimonianze contraddittorie degli imputati e le incongruenze delle perizie presentate durante il processo ed arrivano ad avanzare un’ipotesi sulle cause del decesso: una somministrazione massiccia di un farmaco, il droperidolo, durante l’anestesia generale che ha poi causato l’insufficienza cardiaca. Il tutto, purtroppo, senza colpevoli. Eppure, la famiglia aspetta ancora…