Non siamo a cavallo. Veronafiere, non si placano le polemiche Dopo l’aumento di capitale di ieri, il fuoco resta acceso. Cariverona ha posto delle condizioni, il sindaco Sboarina ribadisce “...che è il momento dei fatti e non delle parole”. E dalle opposizioni si alza il tiro incrociato: le opinioni di Pasetto e Bertucco

“La città non può fare a meno della sua fiera e dal 1898 mai come oggi è il momento di finirla con le chiacchiere e di dimostrarlo con i fatti. Spetta adesso ai soci mettere benzina nel motore di Veronfiere perché le famiglie e il tessuto economico cittadino possano continuare a crescere insieme a una delle eccellenze scaligere. Il radicamento territoriale infatti è un valore non barattabile”. Così il sindaco Sboarina sulla Fiera, dopo l’aumento di capitale di ieri, definito nonostante la “posizione d’attesa” di Cariverona.
“Con le sue manifestazioni storiche, da presidiare e valorizzare ancora di più, la fiera ha permesso alla nostra città di elevarsi a livello internazionale, oltre a generare in città un indotto annuo di 800 milioni di euro portando un milione e mezzo di visitatori. L’aumento di capitale deciso oggi serve al rafforzamento e al miglioramento della società, nel farlo non accettiamo condizioni di nessun tipo. L’interesse dei soci è di avere un’azienda sempre più performante che sta ai livelli alti del mercato mondiale, ma ben salda sul territorio. Per il bene della nostra città nessuno dovrebbe essere in disaccordo e spero che non ci siano posizioni che non corrispondono al bene della nostra comunità”.
Non mancano ovviamente commenti su un tema che resta molto caldo. “Finalmente la Fondazione Cariverona fa sentire la sua voce: l’amministrazione comunale non ha nessuna visione manageriale nei confronti degli asset fondamentali della città”, dice ad esempio Giorgio Pasetto, Area Liberal.
“A chi ora comanda a Palazzo Barbieri interessa solo conservare le posizioni di potere.
La prova è la polemica in atto tra Fondazione e Comune sulla necessità di un cambiamento ai vertici di VeronaFiere: un passo che dovrebbe essere scontato, se vi fosse una minima visione manageriale, ma che si scontra davanti alla cruda realtà di un’amministrazione che piuttosto di rinunciare alle poltrone occupate da amici e sodali politici, sacrifica lo sviluppo di imprese fondamentali per la città: così per l’Aeroporto, per la Fondazione Arena, ora per la Fiera. L’unica mossa che concepisce è aumentare il capitale, cioè – alla fine – mettere mano nelle tasche dei veronesi”.
Anche Bertucco, esprime il suo parere. “Dall’assemblea di VeronaFiere di ieri c’è stato da parte di tutti i soci il via libera all’aumento del capitale sociale per 30 milioni di euro. Si tratta in realtà di una pace “fittizia” in quanto rimangono profonde le divergenze sul futuro della società tra il Comune di Verona (I socio con il 39,483%) e Fondazione Cariverona (II socio con il 24,078%). La Fondazione chiede un rinnovamento completo del management della Fiera, l’obiettivo non tanto nascosto è in modo particolare il direttore generale Mantovani, ma oltre a questo chiede di togliere dallo statuto il gradimento dei soci per l’eventuale ingresso di nuovi soci, e che l’aumento di capitale sociale venga utilizzato per investimenti e non per sanare vecchi debiti ed inefficienze di VeronaFiere”.