Nuovo sistema operativo, forti disagi. I Sindacati chiamano in causa l’Azienda Ospedaliera Chiesto un confronto urgente per “inaccettabili ritardi” nell’erogazione delle prestazioni

Conferenza stampa unitaria di Cgil-Cisl e Uil per la grave situazione determinata dal nuovo sistema operativo introdotto dall’Azienda Ospedaliera. Sono stati i segretari generali della funzione pubblica Antonio De Pasquale (Cgil), Giovanni Zanini (Cisl) e Stefano Gottardi (Uil) a illustrare tutte le criticità del sistema operativo a 11 giorni dalla partenza, con il personale che sta tentando in tutti i modi di risolvere i problemi. Ma a quanto pare non basta. I sindacati hanno elencato le difficoltà che sono state riscontrate a partire dal centro prelievi dove il primo utente viene preso in carico alle 10.30; in mano ha un biglietto di prenotazione per le 7.30, ben tre ore prima. Poi il pronto soccorso dove è impossibile elaborare gli esiti dei codici bianchi e dove le dimissioni avvengono con quattro ore di ritardo, che si aggiungono alle svariate ore di “ordinaria” attesa. In ginecologia poi non è possibile richiamare i dati delle pazienti precedentemente inserite; si rimedia soltanto due ore dopo grazie ad una chiavetta su cui erano stati provvidenzialmente salvati gli appuntamenti. Questa – dicono – è soltanto una piccola selezione, verificata di persona o ricostruita con i nostri iscritti, della miriade di blocchi e disservizi che più volte al giorno, da ormai 12 giorni, si verificano in tutti i reparti e le unità dell’Azienda ospedaliera di Verona coinvolte nella migrazione al nuovo sistema informatico unico SIO. “Disservizi e disagi – dicono – che superano di gran lunga quanto la Direzione ospedaliera è stata finora disposta ad ammettere pubblicamente e che richiedono un confronto urgente per capire come sia possibile compromettere a tal punto il funzionamento del principale polo ospedaliero della provincia veronese e uno dei maggiori del Veneto”. Come sindacati del pubblico impiego FP CGIL, CISL FP, UIL FPL hanno chiesto un incontro urgente alla Direzione ospedaliera perché non è più questione di “portare pazienza” ma di chiarire la reale entità delle difficoltà che la migrazione sta incontrando e l’eventuale rischio clinico che questa situazione può comportare. “La situazione è molto critica per tutta l’attività programmata ma temiamo che questi malfunzionamenti possano determinare complicazioni ancora più gravi negli interventi di urgenza” spiega Antonio De Pasquale, segretario generale Fp Cgil Verona. “Speriamo che nelle sale operatorie tutto proceda per il meglio – gli fa eco Stefano Gottardi segretario generale Uil Fpl – qualcuno dovrà però spiegarci perché proprio a Verona e perché proprio adesso. Ci avevano detto che sarebbero serviti 7 giorni, ma siamo già al 12° e la situazione è ancora ben lontana dall’assestarsi. La migrazione è stata una decisione della Regione o una scelta dell’Aoui? Perché non procedere con maggiore gradualità come avevamo chiesto come organizzazioni sindacali, partendo magari da ospedali più piccoli o da singoli reparti? Medici, infermieri e operatori sono costretti a fare da parafulmine nei confronti dell’utenza, giustamente arrabbiata per una situazione davvero pesante”. “Come Cisl Fp abbiamo già chiesto ai nostri legali di predisporre la tutela legale dei lavoratori nel caso di ripercussioni dovute a malfunzionamenti del SIO” spiega Giovanni Zanini, segretario generale Cisl Fp Verona.