Quando il volo di Sara finì tra le lacrime “E pensare che quando entrai allo stadio mi prese una crisi d’ansia: volevo andarmene...”

”Era la favorita. E c’era pure chi dubitava. “Due anni prima avevo fatto il record del mondo, ma qualcuno non ci credeva”.
Così Sara, l’aveva ripetuto agli Europei di Praga, poco dopo: 2.01, ancora. “Ma quelle, erano le Olimpiadi, la gara più importante, anche più del record del mondo…”.
Era la favorita. “E quando parti favorita è sempre più complicato. Perchè sai di aver tutto da perdere. Se vinci, hai fatto il tuo, ma se perdi…”.
Era la favorita. “E pensare che per un po’ c’era stata l’ipotesi che l’Italia non partecipasse, per via del boicottaggio alla Russia. Cose politiche, ho sempre pensato che la politica e lo sport debbano restare distinti. Io speravo che non ci fossero problemi, perchè sentivo che quelle erano le mie Olimpiadi. Poi il Coni decise di andare, anche senza inno e senza bandiere…”.
Era la favorita, Sara. “Ma quando entrai allo stadio di Mosca, all’improvviso mi prese un attacco di panico. Avrei voluto andarmene, scappare. Erminio non c’era, i tecnici non ti potevano seguire in campo. Mi sentivo soffocare…”.
Era la favorita, Sara. E mantenne le promesse. C’era un’avversaria la solita. Rosemarie Ackermann, tedesca, tosta, abituata alle battaglie.
Ma non più tosta di Sara. Tutte e due a 1.97. Solo loro. Tocca a Sara, l’asticella va giù. Tocca alla tedesca, l’asticella va giù. Ancora Sara, va oltre l’asticella, la foto che vedete racconta più di qualsiasi parola. Poi ancora la tedesca, sbaglia. Sara è d’oro. Sono d’oro i sorrisi, la gioia, la festa, l’abbraccio di Erminio, finalmente. D’oro anche le lacrime. D’oro gli applausi del mondo.