Tudor, che cosa hai rubato a Juric? “Nel calcio non s’inventa niente: studi, ti documenti, “copi”, ma ci devi mettere del tuo”

Tra presente e futuro, Igor Tudor ha le idee chiare. Evita le insidie del contratto, resta concentrato sul Bologna. “Il mio futuro? Non ha importanza, con tutto il rispetto. Stiamo facendo bene, viviamo un buon momento dal punto di vista fisico e psicologico. Ora bisogna essere intelligenti e schiacciare ancora più forte l’acceleratore, pensando il meno possibile a tutte le altre cose, alle classifiche e ai calcoli. Bisogna andare forte e fare le nostre cose”.

C’è anche qualcosa di suo negli schemi offensivi.
“Come ho detto già in precedenza, se non hai giocatori bravi non si fanno i gol. Poi mi piace infondere coraggio nell’andare a fare gol. È da quando alleno che ho dentro di me questa cosa, non mi trovo bene a star dietro, anche allenando squadre meno forti. Qualcuno potrebbe parlare di squilibrio in questo caso, io non la penso così: insegno il coraggio di andare a fare male con tanti giocatori. Poi chiaramente diventa più facile: bisogna fare anche altre cose, come le preventive. La squadra deve stare bene fisicamente, soprattutto. Ad ogni modo, dipendiamo tanto dai giocatori che abbiamo: è un piacere allenarli”.

Simeone non segna da cinque partite…
“A Reggio Emilia mi è piaciuto, è sempre stato coinvolto nelle azioni da gol. Con la sua generosità ti dà sempre qualcosa. L’ho visto in crescita: meno pensa che deve fare gol, meglio è. La chiave è quella. Sono convinto che farà una bella gara”.

Si vede vicino a Juric come caratteristiche?
“Nessuno può essere il clone di nessuno. Poi nel calcio c’è da ‘rubare’ sempre, anche Ivan lo dice. Dieci anni fa andai a vedere gli allenamenti di Conte alla Juve, ho visto delle cose, mi sono piaciute e le ho prese. Quando citiamo Gasperini o Juric parliamo di due degli allenatori più bravi, a livello internazionale. Rubi qualcosa, ma se non la senti tua non la puoi fare. I giocatori lo capiscono, se non sei bravo a trasmettere il tuo credo non c’è niente. Poi devi avere anche i calciatori per farlo, devi capire in quale club sei, in quale campionato… Poi è importante la società, che non ci siano troppe persone dentro”.

In settimana Setti ha detto che Barak può giocare nei 4-5 top club a livello internazionale. È d’accordo?
“Ho detto che può stare in tutte le squadre della Serie A, è evidente. Ci sarà, sta bene: dopo la tripletta mica lo posso lasciare fuori (ride, ndr)”

Quanto manca alla salvezza? Ci siete vicini?
“In termini di punti si sa quanto manca. Senza calcoli, vogliamo fare una bella prestazione domani. Non ti porta a niente pensare a queste cose: è bello per chi sta fuori, ma per chi fa sport tutto questo non dà niente. Il giocatore deve essere concentrato su quello che fa in campo, e trovare piacere nel fare queste cose. Se facciamo una bella prestazione, magari viene il risultato. Ma se fai le tue cose, tu vinci già, anche se perdi”.